Piazzapulita, Steve Bannon scatena polemiche. Ma la sua ospitata è un colpaccio giornalistico
Piazzapulita invita Steve Bannon e si scatenano polemiche. Corrado Formigli contro i “maestrini”. Il programma: “Ospitata a titolo gratuito”
Un’ospitata discussa, ma difesa con i denti da chi l’ha promossa. Steve Bannon interviene a Piazzapulita e scatena l’indignazione di chi ha reputato questa scelta fin dal principio inopportuna. Annunciato dal profilo Twitter della trasmissione nel pomeriggio di giovedì, il post che confermava la presenza dell’ex consigliere di Donald Trump ha ottenuto in poche ore migliaia di reazioni furenti.
Corrado Formigli annusa il clima e, nel corso della puntata, reagisce a tono: “Voglio dirlo a tutti i grandi criticoni, ai soliti maestrini con la penna in mano. Bannon è stato il presidente della campagna elettorale di Trump e il capo stratega di Trump alla Casa Bianca. Ne ha condiviso i segreti più reconditi, le strategie, i piani. Un uomo odiatissimo da molti, ma che le cose le conosce da dentro”.
Bannon resta collegato per circa quaranta minuti e lo staff di Piazzapulita – contattato da TvBlog – farà poi sapere che la sua partecipazione è stata a titolo gratuito.
“Se vogliamo fermare Putin, bisogna portarlo al tavolo negoziale. E non possono farlo gli Stati Uniti”, spiega Bannon. “Biden sta spostando l’attenzione sull’Ucraina portando un’escalation, per questo stanno mandando armi agli ucraini. L’élite corrotta europea ha causato una tragedia al popolo ucraino. Bisogna smettere di sostenere la macchina da guerra di Putin, interrompendo il flusso di gas adesso, non fra sei mesi”. E assicura: “Putin non avrebbe mai fatto tutto questo con Trump, abbiamo avuto la possibilità di allearci con la Russia contro il partito comunista cinese“.
A contrastarlo, oltre allo stesso Formigli, ci sono Mario Calabresi, Massimo Nava e, Cecilia Sala. Non c’è nessun tappeto rosso steso a terra. In compenso, va in scena un confronto serrato, senza esclusione di colpi, che in alcuni frangenti tocca pure l’Italia con riferimenti specifici ai rapporti intercorsi tra Bannon e Giorgia Meloni.
“La sua è una storia molto controversa”, aveva puntualizzato il conduttore nella presentazione. “Considerato ideologo della destra radicale e sovranista in America, ha fondato un sito di informazione molto discusso ed è stato arrestato con l’accusa di distrazione dei fondi per il muro del Messico. Fu graziato da Trump prima che terminasse il mandato”.
La polemica riporta tuttavia a galla la questione sulla funzione del giornalismo e dei talk show.
Il problema non è chi si invita, è semmai l’uso che si fa di determinati personaggi e del contesto che gli si crea attorno.
Dal faccia a faccia di Enzo Biagi con Michele Sindona a quello di Bruno Vespa con Salvo Riina (figlio di Totò), passando per altre dieci, cento, mille interviste ‘incriminate’. Tutte le opinioni sono utili se garantiscono spunti al dibattito o la descrizione di un fenomeno. L’importante è farsi trovare pronti, ribattere, contestare, obiettare, porre tutte le domande.
D’altronde, qualora domani Vladimir Putin decidesse di rilasciare dichiarazioni ad una tv italiana, si formerebbe una fila chilometrica. Se così non fosse, vorrebbe dire non avere il senso della notizia.