Diavoli 2, Borghi e Dempsey presentano la seconda stagione: “Massimo e Dominic come padre e figlio (ma anche come Maradona e Pelè)”
La seconda stagione copre quattro anni, dalla Brexit alla pandemia, e promette di “non raccontare complotti, ma aiutare a comprendere la realtà”
Fonte: Jule Hering
Raccontare quattro anni di storia economica europea, dal 2016 al 2020. Sì quel 2020, anno di partenza della pandemia, che non pochi effetti ha avuto sulle borse dei vari Paesi del Vecchio Continente. Una sfida non indifferente, sia a livello produttivo che creativo, che Diavoli 2 ha deciso di sobbarcarsi per alzare l’asticella dopo che la prima stagione della serie tv di Sky in cui thriller e realtà erano riusciti già ad andare perfettamente a braccetto.
Diavoli 2, la realtà incontra (di nuovo) la serie
“Con questa serie Guido Maria Brera (autore del libro da cui è tratta, ndr) ci dà un frame, poi noi ne discutiamo con autori ed attori”, ha spiegato durante la conferenza stampa di presentazione Luca Bernabei di Lux Vide, che produce con Big Lights Productions ed in collaborazione con Sky Studios, Orange Studio e OCS. “Portiamo in scena qualcosa di totalmente differente da qualsiasi altra serie. Nessun altro al mondo ha pensato di parlare del dietro le quinte della finanza. E gli eventi ci sorpassano: mentre giravamo la seconda stagione, Sky ci ha chiesto di inserire anche il Covid-19, cosa che abbiamo fatto sotto forma di flash-forward. Mi fa piacere vedere che si sono tantissimi studenti di finanza che sono pazzi di questa serie”.
Se la base di partenza della prima stagione era il libro di Brera, l’autore resta coinvolto anche nella stesura dei nuovi episodi, dando lui per primo una visione del mondo che poi serve agli sceneggiatori per impostare il racconto:
“Oggi la diplomazia ha fallito, la finanza è usata come strumento di guerra, cioè può servire per il progresso o il regresso. Il mondo si è rotto nel 2016: oggi vediamo la luce di una stella che arriva anni dopo. Sarà un’era che durerà molto: averla intercettata quando è nata è stata entusiasmante. Sky e Lux Vide sono stati coraggiosi ed ambiziosi, Frank ha reso leggibile e semplice questo racconto, i registi lo hanno reso bello da seguire, Alessandro Borghi e Patrick Dempsey ci hanno dato fiducia ma anche idee: per me non sono solo attori, ma partner. Questo è un piccolo miracolo: fare una serie su un’utopia o su una distopia è forse più facile, farne una sul presente poco prima che diventi realtà e molto più complicato”.
Diavoli 2, scrivere e dirigere la Brexit
La seconda stagione, come detto, parte nel 2016, anno cruciale per l’economia e non solo: da una parte, il referendum sulla Brexit, che vide vincere a sorpresa il “Leave” sul “Remain”; dall’altra le elezioni presidenziali negli Stati Uniti che videro giungere alla Casa Bianca Donald Trump. Due eventi le cui conseguenze si sarebbero fatte sentire anche negli anni a venire.
“Non è stato facile, io non capisco niente di finanza”, ha ammesso Frank Spotniz, al lavoro sulla sceneggiatura anche della seconda stagione. “La finanza è difficile per chiunque: non ho voluto imparare più di tanto, proprio per rendere la materia leggibile a tutti. Ci sono già troppe fake news, non abbiamo bisogno di altri complotti, ma di comprendere. Abbiamo riscritto le sceneggiatura man mano che avvenivano i fatti, come la pandemia. E’ la parte più gratificante: dare al pubblico un’idea del mondo in cui viviamo, riflettere, essere cittadini migliori ed intrattenersi”.
Una volta scritta la sceneggiatura, è toccato ai due registi tradurla per immagini. “Il linguaggio visivo rispecchia il dualismo dei personaggi: immagini sdoppiate che rivelano una verità apparente ed una più profonda”, racconta Jan Michelini. “Il nostro sforzo è stata di evitare di lasciare spazio all’interpretazione personale: ognuno si costruisce la sua opinione”. “Non ci pensiamo abbastanza, ma la finanza è nelle nostre vite”, sottolinea Nick Hurran, “Diavoli ci ha dato l’opportunità di fermarci e riflettere anche su questo. Dall’uscita del romanzo di Guido fino alla realizzazione della serie il mondo è cambiato”.
Diavoli 2, Borghi, Dempsey ed il resto del cast
Infine, tutto questo non sarebbe potuto essere se non fosse stato portato in scena dal cast. Diavoli 2 conferma il gruppo principale della serie, a cui si aggiungono dei nuovi attori. Ma, soprattutto, tornano i due protagonisti, Massimo Ruggero e Dominic Morgan, ed i loro interpreti, Alessandro Borghi e Patrick Dempsey.
“Lo posso dire? Questa seconda stagione è molto più bella della prima, grazie alla sua componente umana”, esordisce Borghi, al cui Massimo “succederà qualsiasi cosa, come si intuisce fin dalle prime scene (che sono state girate in una Piazza Duomo a Milano deserta, durante il lockdown, ndr): lui è già rotto, un cinico, quasi non lo riconosciamo, a causa di tutto quello che ha passato. Il ritorno di Dominic lo costringe ad un nuovo confronto”.
Dominic, invece, dopo l’arresto della moglie punta ad una nuova vetta, spiega Dempsey:
“Il suo scopo cambia, ha bisogno di alleati per raggiungere i suoi obiettivi. Crede che l’ordine debba rispettare una mentalità occidentale, è ciò che lo spinge ad agire, utilizzando tutti i mezzi necessari”.
Tra Massimo e Dominic si conferma quel rapporto che ricorda un po’ quello tra un genitore e suo figlio. “Il vero collante tra loro due è l’amore di uno verso l’altro”, conferma Borghi. “Massimo è in un certo senso il figlio di Dominic. Mi piacciono molto le storie di amicizia come questa: quando si allontano, si ritrovano ad essere vicini, perché si vogliono bene e perché sanno fare bene il loro lavoro. Sono come Pelè e Maradona!”.
“Dominic”, aggiunge Dempsey, “riconosce la genialità di Massimo ma deve permettergli di fare errori per crescere, come con i figli. Lui ci sarà sempre per aiutarlo a rialzarsi. E’ la sfida della genitorialità: permettere al figlio di sbagliare senza giudicarlo. E la stessa cosa farà con Nadya”.
Nadya è uno dei nuovi personaggi della seconda stagione, un genio che diventerà il nuovo interesse professionale di Dominic e che è interpretata da Clara Rosager: “La sua relazione con Dominic fa gioco nel racconto della sua vita privata”, dice l’attrice, prima di passare la parola ad un’altra new entry della serie, Ana Sofia Martin, che dà volto invece a Carolina Elsher: “E’ un personaggio scritto così bene che non vedrete la differenza tra uomini e donne in finanza: è a lei chi ci si rivolge per fare affari. Non c’è spazio per il genere”.
Diavoli 2, Borghi e Dempsey a tutto campo
Ovviamente, gran parte delle domande della stampa presente erano rivolte ai due protagonisti, che non si sono tirati indietro ed hanno risposto. Entrambi, però, hanno voluto anche rimarcare la bravura degli altri attori del cast della serie, “è quello che fa la differenza rispetto ad altri progetti in cui sono bravi solo i protagonisti”, dice senza troppi giri di parole Borghi.
Sempre lui ha anche risposto a chi gli ha chiesto un pensiero a proposito della guerra in Ucraina, fornendo all’attore il presto per una riflessione più ampia:
“La guerra mi fa paura, come il Covid-19 non va sottovalutato in termini di vicinanza, ma ricordiamoci anche delle guerre che sono più lontane. Sono un po’ contrario a dire la mia a proposito: non mi interessa il giudizio di tutti, ma di quelli che sanno argomentare ciò di cui stanno parlando. Se un influencer scrive ‘abbasso la guerra’ con una foto in bianco e nero non credo che serva a qualcosa. Quando ho delle opinioni me le tengo per me. A volte vorrei staccare Instagram a certe persone”.
E se Borghi e Dempsey dovessero rivelare il loro migliore investimento, quale sarebbe? “Il tempo che sto cercando di dedicare tramite un progetto a tutti i giovani artisti per farci vedere quanto sono bravi”, dice Borghi, riferendosi a Newness, società di sviluppo di progetti creata con Brera. “Poi ho comprato una casa che pensavo di aver pagato un sacco di soldi, ma Guido mi ha detto che ho fatto un affare!”.
“Il migliore investimento è la terra”, chiude invece Dempsey, “dovremmo tornare all’agricoltura, alle origini. Dobbiamo essere globali ma anche locali, puntare sul km 0. In America mi preoccupa il desiderio di costruire per allontanarci dalla terra, ma non possiamo più farlo., altrimenti questo pianeta non ce la farà più”.