Classe 1993, conduttore radiofonico e inviato televisivo, Valerio Scarponi, attualmente impegnato quotidianamente su Rai1 con Oggi è un altro giorno, racconta a TvBlog il suo attuale cammino lavorativo.
Sei partito dalla radio. Dove hai esordito?
A diciannove anni ho conosciuto una piccola radio di Tolentino, nelle Marche, dove ho imparato le basi del mestiere. A Multiradio inizialmente venivo ospitato nelle trasmissioni di altri, poi ne ho ottenuta una mia, che avevo deciso di chiamare Hotspot dal momento che ci occupavamo di tecnologia.
Studiavi fra l’altro Informatica. Hai terminato gli studi?
Avevo inizialmente scelto Ingegneria Gestionale, poi ho pensato che avrebbe avuto più senso continuare gli studi informatici che avevo già iniziato alle superiori e sospendere il lavoro extra rispetto alla radio che avevo cominciato a fare nel frattempo. Inizio così Informatica a Camerino, poi però è arrivata Rds Academy.
L’occasione che ha cambiato con la vittoria la tua vita?
Probabilmente sì, sicuramente mi ha dato conferma che qualcosa sapevo fare, seppure ci fosse ancora molto da imparare. Il programma era registrato e il vincitore è stato scelto al termine delle registrazioni: arrivati alla finale ci hanno convocato alla sede di Rds e noi tre finalisti abbiamo scoperto lì chi aveva vinto. La mattina dopo ero in onda su Rds con Anna Pettinelli.
Continui ancora oggi a fare radio. Che cosa ti dà in più rispetto alla televisione?
La radio mi permette di esprimermi per il mio lato meno serio rispetto alla tv dove torno ad essere il quindicenne che in settimana bianca seguiva Santoro. Per me c’è stato poi un passaggio importante da una radio di flusso come Rds a una di programmi come Rai Radio 2, che consente maggiormente di esprimerti.
La tv come è arrivata nel tuo percorso lavorativo?
Mi arrivò la notizia che a Storie Italiane stavano cercando un inviato. Avevo già fatto un colloquio per il ruolo di inviato in un programma di cucina, ma la cosa non andò in porto. Per Storie Italiane feci quindi un colloquio insieme ad altri due ragazzi proprio con Eleonora Daniele. Dopo un paio di ore una sua collaboratrice mi disse che probabilmente avrei lavorato per il programma. All’inizio feci diverse interviste a personaggi famosi: ricordo ancora il primo collegamento in diretta con Carmen Russo. Ad un certo punto però la Daniele mi propose di fare la cronaca e da lì mi si è aperto un mondo.
Con il passaggio a Oggi è un altro giorno c’è stato per te un cambiamento?
Venni a sapere da Alessandra Di Pietro mentre facevo C’è tempo per… che ci sarebbe potuta essere la possibilità di fare l’inviato per Oggi è un altro giorno. Dopo aver mandato del materiale un giorno mi ritrovo la chiamata persa di un numero non salvato in rubrica con un messaggio in cui Serena (Bortone, ndr) mi diceva che mi aveva cercato. L’ho richiamata e la prima cosa che mi ha chiesto è: “Tu domani mattina apri il giornale e cosa leggi come prima cosa?”. A Oggi è un altro giorno ho iniziato con il tempo a strutturarmi di più nei servizi chiusi che richiedono abilità diverse rispetto a fare un collegamento in diretta.
Come sei stato accolto dai colleghi di redazione, data la tua giovane età, oltre al fatto che sei entrato in Rai come esterno?
A Storie Italiane avevo trovato una figura di riferimento in Luca Bugliarello, un professionista dalle spalle grandi, a cui devo molto perché mi ha insegnato tutti i trucchi del mestiere che si imparano sul campo. Mi è stato poi d’aiuto anche nel gestire l’attenzione che si era creata su di me quando nelle prime settimane della pandemia realizzavamo un’inchiesta dall’aeroporto di Fiumicino. In generale c’è sempre stato un buon rapporto con i colleghi, sia a Storie Italiane, dove comunque ci sono meno interni, sia a Oggi è un altro giorno.
Quest’estate sarai impegnato in televisione?
Non c’è ancora nulla di certo, ma per giugno e luglio dovrei essere impegnato in un programma estivo su Rai1, sempre come inviato.
Aspirazioni per il futuro?
Ci sono cose che mi piacerebbe fare in futuro, ma con il tempo ho capito che è meglio cogliere e cercare di fare al meglio quello che arriva.