The Gilded Age, il “marchio Fellowes” non delude neanche in trasferta negli Stati Uniti: cast, recensione e trama
Julian Fellowes non tradisce la propria natura di abile narratore di un passato cruciale per la modernità
Julian Fellowes è ormai un marchio: non c’è serie tv o film da lui pensati e scritti che non abbiano nel proprio Dna il desiderio di confrontarsi con lotte di classe, cavalcare periodi storici di un passato lontano ma sempre agli albori della contemporaneità e raccontare vite stravolte dal progresso. Dopo Downton Abbey e Belgravia, è ora il turno di The Gilded Age, in onda da lunedì 21 marzo 2022 su Sky Serie e su Now. Scopriamo di più, dunque, sull’ultima fatica di sir Fellowes, già rinnovata per una seconda stagione!
The Gilded Age, la trama
A dimostrarlo, il fatto che proprio di fronte a casa loro si sono appena conclusi i lavori di un nuovo palazzo, ordinato dal magnate delle ferrovie George Russell (Morgan Spector) per andarci a vivere con la moglie Bertha (Carrie Coon) e la figlia Gladys (Taissa Farmiga), mentre l’altro figlio, Larry (Harry Richardson), appena laureatosi, è sempre in viaggio in cerca del proprio posto nel mondo. I Russell rappresentano i “nuovi ricchi”, una borghesia che si è costruita da sola, tramite lavoro ed affari -a volte non sempre leali-, la propria fortuna, e che ora pretende di poter avere tutto ciò che fino a quel momento si dava scontato spettasse solo all’aristocrazia.
Una pretesa che non va proprio giù ad Agnes ed ad Ada, ma soprattutto alla prima, che vede in quei nuovi vicini di casa la minaccia per il proprio futuro e la propria reputazione. Inizia così una sottile guerra tra le due famiglie con, da una parte, le due sorelle decise a non cedere neanche un passo per accogliere la nuova classe sociale e, dall’altra, Bertha, intraprendente ed ambiziosa, disposta a mettersi in gioco anche con le regole dell’aristocrazia di una volta pur di essere accettata come membro alla pari dell’élite americana.
Nel mezzo, ci si ritrova la giovane Marian Brook (Louisa Jacobson), nipote di Agnes ed Ada. La giovane vive in Pennsylvania con il padre (fratello delle due donne) ma, quando questo muore, scopre che le finanze di famiglia non sono così rosee come credeva e si trova costretta a lasciare la sua casa ed a chiedere ospitalità alle zie. Arrivata a New York insieme a Peggy Scott (Denée Benton), aspirante scrittrice che incontra durante il viaggio, Marian deve decidere se vivere la sua nuova vita seguendo le regole di Agnes o se lasciarsi andare alla curiosità di conoscere il “nuovo mondo” portato in città dai Russell.
The Gilded Age, la recensione
Parlavamo in apertura del “marchio Fellowes”: The Gilded Age non sfugge infatti alle regole che l’autore, produttore e regista ha già messo in pratica con enorme successo con Downton Abbey. Cambia la location, cambia il periodo storico (ora siamo un po’ più indietro nel tempo, di circa trent’anni), ma certe dinamiche non cambiano.
A cominciare dall’intrigante “upstairs, downstairs”, ovvero il racconto alternato di cosa avviene dentro le mura delle famiglie protagonista da due principali punti di vista: quello di chi è proprietario di quella casa e di chi, invece, ne è alle dipendenze e vi lavora. Camerieri, maggiordomi e cuochi sviluppano una propria sottotrama che arricchisce -ed a volte supera per curiosità- quella principale, offrendo uno spaccato ancora più realistico di quanto Fellowes vuole mettere in scena.
L’autore inglese è sempre stato dichiaratamente appassionato di questi periodi storici in cui la modernità iniziava a bussare alle porte delle società aristocratiche. Se in Downton Abbey tutto parte con la tragedia del Titanic e la consapevolezza che un’era fatta di novità non è più procrastinabile, in The Gilded Age siamo già al punto in cui la fusione tra il passato ed il futuro avviene in un presente che porta inevitabilmente incertezze e perplessità.
Ed in questo Fellowes è un indiscusso maestro, capace come pochi altri autori di saper mettere in scena una danza tra classi, una coreografia che all’inizio sembra riguardare pochi eletti ma che episodio dopo episodio si espande e rivela una visione più complessa di un mondo tanto lontano da noi quanto necessario per capire le epoche successive.
Tematiche che Fellowes ha fatto proprie e che ripropone nei suoi progetti, attirandosi magari anche qualche perplessità da parte di chi potrebbe considerare le sue serie tv simili l’una all’altra. Un dubbio legittimo, che non tiene conto però della capacità dell’autore di tratteggiare storie simili tra di loro sempre con sfumature differenti, grazie a personaggi, interpreti (Baranski, Nixon e Coon su tutti) ed ambientazioni che si fanno garanti ogni volta di un racconto che, se può anche sapere di già visto, sa catturare come pochi altri.
The Gilded Age, cast
La serie tv schiera, nel cast principale, tre attrici amatissime dagli appassionati del genere: Christine Baranski, vista in The Good Wife, nello spin-off The Good Fight ed in The Big Bang Theory; Cynthia Nixon, nel cast principale di Sex and the City (ed anche nel sequel And Just Like That) e Carrie Noon, che abbiamo visto in The Leftovers, Fargo e The Sinner. Al loro fianco, anche due giovani interpreti molto promettenti, tra cui Louisa Jacobson, figlia di Meryl Streep.
Christine Baranski è Agnes van Rhijn
Cynthia Nixon è Ada Brook
Carrie Coon è Bertha Russell
Morgan Spector è George Russell
Louisa Jacobson è Marian Brook
Denée Benton è Peggy Scott
Taissa Farmiga è Gladys Russell
Harry Richardson è Larry Russell
Blake Ritson è Oscar van Rhijn, figlio di Agnes
Thomas Cocquerel è Tom Raikes, avvocato del defunto padre di Marian
Simon Jones è Bannister, maggiordomo dei van Rhijn
Jack Gilpin è Church, maggiordomo dei Russell
Audra McDonald è Dortohy Scott, madre di Peggy
Nathan Lane è Ward MacAllister
The Gilded Age, quante puntate sono?
In tutto, gli episodi della prima stagione di The Gilded Age sono nove. Il primo, però, si può considerare un doppio episodio, della durata di circa ottanta minuti, mentre i restanti otto hanno una durata ciascuno di circa cinquanta minuti.
The Gilded Age, una produzione mooolto lunga
E’ vero che dalla loro ideazione alla messa in onda, l’iter di produzione per una serie tv è sempre più lungo di quanto si pensi. Ma nel caso di The Gilded Age i tempi sono stati decisamente lunghi: quasi dieci anni. Si è iniziato a parlare del progetto, infatti, nel 2012, con l’idea che potesse essere legato a Downton Abbey, diventandone un prequel.
Fellowes chiarisce che si sarebbe messo a lavorare alla serie solo una volta libero dagli impegni di Downton Abbey e degli altri progetti da lui seguiti. E’ solo nel 2018 che la serie viene ufficialmente ordinata, dalla Nbc, network da subito legato al progetto. Si inizia a lavorare al casting, quando, nel 2019, giunge la notizia che The Gilded Age non sarebbe più andato in onda sul canale generalista, ma sulla Hbo.
Le riprese sarebbero dovute cominciare nel marzo 2020, ma la pandemia ha fatto slittare tutto all’anno successivo. Il set è stato quindi aperto a febbraio 2021, spostandosi lungo varie location (tra cui Newport, nel Rhode Island, ed a Troy, nello Stato di New York).
The Gilded Age, dove vederlo?
E’ possibile vedere The Gilded Age in tv su Sky Serie, al canale 112 di Sky, o in streaming su Sky Go, il servizio per gli abbonati alla pay tv, o su Now.