Come se nulla fosse accaduto. La televisione riporta indietro il tempo, a volte. Anche senza dover attingere alle repliche. Avanti un altro da sabato è in onda con le famose cinquanta puntate registrate prima dell’inizio della pandemia da covid e mai trasmesse da Mediaset. All’epoca l’azienda di Cologno Monzese preferì interrompere la messa in onda delle puntate inedite (le registrazioni terminarono venerdì 21 febbraio 2020, il giorno del primo caso di Codogno) del game show di Paolo Bonolis. Che non sembrò apprezzare particolarmente. All’epoca il conduttore sbottò via social: “Non capisco. Le nostre puntate sono tutte già registrate. Gli ascolti sono ottimi e la gente, in questi giorni difficili, rintraccia in esse un momento di svago. Perché interromperci quando il prodotto è completo e già a loro completa disposizione non necessitando quindi di ulteriori registrazioni? Mah“. Venerdì scorso, invece, in tv ha annunciato la novità, con un mix di ironia e di sarcasmo, a modo suo:
Quella di questa sera parrebbe l’ultima puntata, ma in realtà nei cassetti e nelle librerie di Mediaset ci sono 50 puntate, di cui non si è più avuto notizia; sul web impazzano le domande, le richieste: che fine hanno fatto quelle 50 puntate? Cosa c’è in quelle 50 puntate che non hanno mai mandato in onda? Ci sono dei segreti nascosti, forse ascoltandole dalla fine verso l’inizio c’è un messaggio cifrato che svela il destino dell’umanità o forse no? Io non lo so, ma da domani queste cinquanta puntate mai andate in onda inizieranno ad essere messe da Mediaset. E in queste cinquanta puntate Jurgens è sempre lo stesso, Laurenti è più giovane, io sono più giovane, il salottino sarà imbevuto di personaggi che avrete forse dimenticato, ma soprattutto ci sono sempre io. Io che per voi sono una guida, un maestro, applauditemi, glorificatemi.
L’effetto per i telespettatori è straniante, come ovvio che sia. Lo studio di Avanti un altro si presenta affollato come non è più accaduto dal marzo del 2020. Il pubblico in sala è rigorosamente senza mascherina, gli abbracci e i contatti sono spontanei e numerosi, non c’è traccia di plexiglass e l’atmosfera generale appare più spumeggiante. Ed è questo l’elemento che colpisce maggiormente. Inevitabilmente, considerando il peso della componente del pubblico in studio nel meccanismo della trasmissione e, soprattutto, quanto accaduto in questi due anni di lockdown, bollettini quotidiani della Protezione civile, tamponi, green pass, zone colorate e quarantene.
Avanti un altro, così, è il caso unico di uno show televisivo che con un prodotto tecnicamente inedito riporta illusoriamente il pubblico indietro nel tempo, in un tempo oggettivamente più felice. Non è poca cosa.