Quinta Dimensione, un approfondimento scientifico ordinato e con toni non allarmistici
Un bilancio di due anni di Sars-Cov-2 per l’esordio di Quinta Dimensione. Barbara Gallavotti, alla conduzione, mantiene il consueto garbo.
Quinta Dimensione ci riporta a fare i conti con gli ultimi due anni convissuti con il Covid-19, nome in realtà della malattia causata dal Sars-Cov-2, il virus che ha sconvolto le nostre esistenze, mentre ormai, con il ritorno a una graduale normalità (a fine mese terminerà lo stato d’emergenza per la pandemia) e con l’attenzione che si è spostata quasi totalmente a quanto sta accadendo in Ucraina (con conseguenti scelte anche per quanto riguarda la tv), la sensazione è quella che si voglia rimuovere il prima possibile i mesi vissuti.
Barbara Gallavotti ripercorre invece fin dall’origine la pandemia da Sars-Cov-2 scoppiata a cavallo fra 2019 e 2020 con i primi segnali da noi tutti colti solo nel secondo anno. L’approccio seguito dal programma, come da aspettative, è rigorosamente scientifico: non si rivedono le immagini trasmesse dai telegiornali in quei dolorosi giorni, ma si parte dal tentare di comprendere da dove si sia diffuso il virus e come questo sia riuscito a passare dagli animali all’uomo.
Tutto il racconto si snoda fra era Covid ed era post Covid, consapevolezze acquisite e cosa dobbiamo invece attenderci per il futuro. A guidare la narrazione, come già detto, è Barbara Gallavotti che conferma il garbo e la chiarezza e semplicità nel rivolgersi al pubblico, che può così godere di un programma che, oltre a una buona confezione, garantita probabilmente anche dall’abile mano di Ballandi, vanta anche un ottimo contenuto, trasmesso sempre nella maniera più immediata e comprensibile possibile.
Da mettere ancora a fuoco l’alternanza fra spazi in esterna (non sempre legati ai luoghi visitati dalla Gallavotti) e momenti in “studio” (si tratta della lanterna di Fuksas, ormai luogo saccheggiatissimo televisivamente parlando: per originalità e alternative disponibili si poteva probabilmente fare di più). L’impostazione monotematica della puntata, nonostante le tante diramazioni che il tema scelto sviluppi poi nel corso della serata, si rivela invece funzionale a dare solidità all’impianto complessivo di Quinta Dimensione, che non viene mai a mancare di organicità e coerenza.
Rai3 potrebbe aver trovato un nuovo valido titolo di divulgazione scientifica, oltre che un “nuovo” volto, ma qui probabilmente i meriti andrebbero estesi anche ad altri…