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Il filo invisibile su Netflix: zero ospitate per il cast nella tv generalista. L’inesistenza del dibattito su omogenitorialità e gpa in Italia

Probabilmente l’unico ad abbattere il muro dell’ipocrisia sulla gestazione per altri è stato Maurizio Crozza.

9 Marzo 2022 07:35

Per questa volta ci tocca dare la colpa alla guerra, ma è davvero un peccato che intorno a Il filo invisibile, film diretto da Marco Simon Puccioni uscito su Netflix il 4 marzo dopo un brevissimo periodo al cinema non si sia scatenato un dibattito.

La televisione generalista, a parte gli spot, ha fatto come se il film non esistesse. Il cast della pellicola non si è visto da nessuna parte. E l’alibi della piattaforma di Reed Hastings conta fino a un certo punto: Fabio Fazio a Che tempo che fa non si fa problemi ad ospitare i protagonisti di LOL – Chi ride è fuori nonostante il comedy show vada in onda su Prime Video. Al di fuori del piccolo schermo per fortuna va diversamente: del film si parla molto sui social – su Netflix attualmente è quinto in classifica tra i titoli più visti –  e a Milano in Porta Garibaldi per un weekend è stato aperto un temporary store, nello specifico una collezione provocatoria di mobili per le famiglie arcobaleno.

Il motivo di questo ostracismo è facilmente immaginabile: Il filo invisibile tocca temi come l’omogenitorialità e soprattutto la gestazione per altri, che la televisione generalista si tiene lontana dall’affrontare per motivi politici. Eppure, il film è una commedia piacevolissima per nulla banale incentrata sul figlio di una coppia gay che decide di realizzare un documentario sulla sua famiglia arcobaleno. Un episodio lo porterà a pensare che la sua è in realtà una famiglia come tutte le altre.

La scorsa settimana ha avuto vasta eco l’annuncio da parte del cantante Tiziano Ferro, divenuto padre di due bambini. L’artista, negli ultimi anni divenuto anche attivista per i diritti della comunità LGBTQIA+ non ha però voluto dire se in seguito ad adozione (vive negli Usa con il marito) o gestazione per altri. Una scelta rispettabile, criticata tuttavia dalla scrittrice Elena Stancanelli.

Per quanto riguarda invece la gestazione per altri, una pratica adottata anche da coppie eterosessuali (su Nicole Kidman nessuno dice nulla, chissà come mai), osteggiata da molte femministe e da alcuni politici che vorrebbero renderla addirittura reato universale, resta memorabile uno sketch con Maurizio Crozza ai tempi di Fratelli di Crozza nel 2016 su La7 nei panni di Nichi Vendola appena diventato padre di Tobia.

L’ex governatore della Puglia sei anni fa ricevette moltissime critiche soprattutto dalla destra ultracattolica (ma non solo) per il ricorso alla gpa in Canada. Nello sketch Vendola e compagno incontrano al parco due coppie etero che avevano avuto un bambino rispettivamente con gpa e fecondazione eterologa. Alla fine Vendola scoppia: “Ce l’hanno con noi solo perché siamo fr…?“. Il compagno: “Omosessuali“. Vendola: “No, no. Fr…. Quando serve la sintesi la so fare anch’io“. Un bel documentario sulle famiglie arcobaleno è invece Di fatto, famiglie a firma Real Time, sempre del 2016, peraltro anno dell’approvazione delle unioni civili.