Di Martedì, l’attacco di Di Battista a Benigni: “I campi di concentramento furono liberati dai russi, non dall’America”
A Di Martedì Di Battista attacca il finale de La vita è bella: “I campi di concentramento furono liberati dai russi, non dagli americani”
Una polemica vecchia quasi un quarto di secolo che riemerge ciclicamente. Ma stavolta ad attaccare La vita è bella è Alessandro Di Battista. L’ex Cinque Stelle è ospite a Di Martedì. Si parla ovviamente del conflitto in Ucraina e il discorso cade sulla Russia: “Senza l’Unione Sovietica la seconda guerra mondiale mai sarebbe stata vinta dalle forze alleate, nonostante poi Benigni faccia liberare i campi di concentramento dai carri armati americani e non sovietici”.
Il riferimento è al finale del film, con il piccolo Giosuè che una volta uscito dal suo nascondiglio si ritrova davanti ad un carro armato americano. Un dettaglio che già in passato scatenò reazioni critiche. Oliviero Diliberto, ex segretario del Partito dei Comunisti Italiani, parlò ad esempio di “falso clamoroso” e di “operazione commerciale” affinché la pellicola potesse essere venduta in America e correre all’Oscar.
La vita è bella di statuette ne conquistò ben tre. “I fatti della storia vanno raccontati per quello che sono stati, senza alterare od occultare alcunché – tuonò Diliberto – invece Benigni fa liberare gli ebrei dagli americani e non dall’Armata rossa come avvenne invece nella realtà, trattandosi del fronte orientale”.
Dichiarazioni taglienti giunsero pure da Mario Monicelli nel 2005 (“l’Oscar si vince con la bandiera a stelle e strisce, cambiando la realtà”). Il regista e attore, dal canto suo, precisò più volte che nel film il collegamento diretto con il campo di concentramento di Auschwitz non era mai stato avanzato e che si trattava di un luogo simbolico, privo di allusioni geografiche.