Chernobyl di nuovo in onda. Il tempismo di La7, che ha diversi precedenti
La7 ripropone Chernobyl nel pieno della guerra in Ucraina e batte il ferro caldo. Nel 2020 mandò in onda Virus Letale in pieno allarme covid
Una scelta voluta, che va a modificare la normale programmazione di La7. Lunedì sera niente Sherlock, ma spazio di nuovo a Chernobyl, la serie ispirata al grave incidente nucleare verificatosi nel 1986 nell’omonima città dell’Ucraina.
Verranno trasmessi i primi tre episodi e questo consentirà di coprire per intero pure la seconda serata, nei giorni in cui il conflitto tra Russia e Ucraina tiene chiaramente banco.
Nei giorni scorsi alta era stata l’apprensione per le condizioni dello stabilimento, soprattutto dopo la nota del Ministero dell’Interno di Kiev, che evidenziava come un danneggiamento dell’impianto avrebbe potuto provocare nuovi pericoli di radiazioni.
Ecco allora l’inevitabile collegamento alla decisione della rete di Andrea Salerno di battere sul ferro caldo. Se da un lato si tratta di una furba mossa con la selezione dal proprio magazzino di un titolo coerente al contesto (già ampiamente replicato), dall’altro fa discutere l’intento di caricare a livello emotivo la situazione. Della serie: se non adesso, quando?
La7, dal canto suo, non si nasconde dietro a un dito: “Lo scenario apocalittico richiama gli scenari attuali della guerra che negli ultimi giorni risveglia la paura al confine tra Bielorussia e Ucraina, dove non lontano da Kiev i soldati russi hanno provato a occupare la dismessa centrale atomica, preannunciando il pericolo di una seconda Chernobyl”. Inevitabile dunque una riflessione sul metodo, decisamente allarmistico.
Non è la prima volta che il canale mescola realtà e finzione. Nel febbraio 2020, in piena psicosi da coronavirus, La7 decise di cavalcarla con la programmazione di Virus Letale, pellicola del 1995 di Wolfgang Petersen con Dustin Hoffman, Rene Russo e Morgan Freeman.
Il 10 febbraio 2017, invece, si optò per l’ironia, attraverso la messa in onda de La Patata Bollente. Niente di strano, se non la strana concomitanza con la polemica – scoppiata in quello stesso giorno – relativa al titolo dedicato da Libero a Virginia Raggi. “Quando il diavolo si nasconde nei particolari”, commentò Enrico Mentana.