Che Tempo Che Fa, la guerra fa saltare il Tavolo (ma la Littizzetto c’è)
Che Tempo Che Fa rinuncia al Tavolo, ma non al monologo della Littizzetto. E offre sul finale uno dei migliori giri di inviati degli ultimi giorni.
Una puntata particolare quella di Che Tempo che Fa di domenica 27 febbraio 2022, segnata dall’ampio approfondimento sulla guerra tra Russia e Ucraina e da una confezione che ha sostituito il solito jingle con La Guerra di Piero di De Andrè ed è rientrato dalla pubblicità con immagini mute e drammatiche montate con i contributi diffusi sui social in queste ore. Immagini crude, dirette, che hanno dato il tono della puntata fin dal suo inizio.
https://twitter.com/chetempochefa/status/1498023146695315462?s=20&t=VI189ewe3tYV6NhCAhYmRA
Il collegamento in diretta con Emma Farnè da Dnipro (Ucraina), l’approfondimento con Massimo Giannini e Maurizio Molinari, l’intervista al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio sono stati i principali momenti dedicati alle notizie in arrivo dall’Ucraina; ad esse è dedicato anche il Tavolo finale che lascia a casa la leggera compagnia di giro e torna a occuparsi della guerra. Non c’era il clima adatto per un segmento di ‘cazzeggio’, per quanto il divertimento intelligente possa essere uno sfogo utile dopo una giornata di notizie a dir poco preoccupanti.
Si lascia però spazio al monologo di Luciana Littizzetto, che arriva dopo una intervista defatigante a Maurizio Costanzo per i 40 anni del suo Show che cadono nel settembre 1982 – diventata occasione per un quadretto familiare con Maria De Filippi – e prima di un incontro con Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci che cade, non a caso, nella Fashion Week milanese. La Littizzetto parte dalla notizia dell’atleta norvegese che ha gareggiato con le parti intime ghiacciate e arriva a una letterina a Dio nella quale chiede al Padreterno di metterci una mano e fermare Putin, di “liberarci dal male” ancora una volta. È stato il momento ‘serio’ del suo consueto spazio comico, momento peraltro non nuovo alla scrittura della Littizzetto. Prima di iniziare il suo contributo, però, ha spiegato al pubblico di essersi domandata se fosse il caso di partecipare alla puntata, considerato anche che alcuni artisti avevano rinunciato a esibirsi nei teatri proprio per la situazione senza precedenti (o quasi). Ma il pensiero rivolto a quanti non possono farlo, a chi non ha la libertà di esprimersi, l’hanno spinta a fare il suo lavoro anche in questa domenica particolare.
https://twitter.com/chetempochefa/status/1498047960868966405?s=20&t=VI189ewe3tYV6NhCAhYmRA
La chiusura della puntata, invece, è stata dedicata a una pagina particolare, senza Tavolo ma con un giro continuo di ospiti in collegamento. Si è partiti con la testimonianza di Nico Piro da Rostov sul Don, con in studio Michele Serra e Massimo Giannini; in collegamento invece Roberto Saviano, l’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e la giornalista americana, premio Pulitzer, Ann Applebaum. Si sono poi susseguiti i collegamenti con Claudio Pagliara da New York, Nello Scavo di Avvenire da Kiev, Giammarco Sicuro e Marc Innaro da Mosca e altri giornalisti inviati sugli scenari di guerra. Uno dei giri di inviati più interessanti degli ultimi giorni.
Nei suoi 20 anni di vita, Che Tempo Che Fa si è trovato ad affrontare diversi momenti difficili, segnati dall’attualità: negli ultimi due anni, quelli della Pandemia, ha saputo praticamente riscriversi. Ed è rilevante e significativo che anche in questa puntata non abbia rinunciato a dedicare spazio al Covid: non c’è stata la ‘lectio’ del prof. Burioni, ma è stato protagonista dell’ampia pagina dedicata alla pandemia con ospite Franco Locatelli, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico ormai prossimo alla ‘dismissione’. Il Covid non è finito e non è sparito dalla narrazione di CTCF, come invece è successo in molti TG, in primis il Tg1 che nell’edizione delle 20.00 di domenica 27 si è dedicato esclusivamente alle notizie dai fronti. Che Tempo Che Fa riesce a tenere dentro tutto, pur rinunciando al Tavolo, che pur resta uno dei suoi punti di forza – soprattutto ora che non è spalmato su un giorno diverso e che ha trovato un suo equilibrio negli ospiti fissi. Ci si augura che il clima migliori, ovviamente: chissà se la prossima settimana il Tavolo ci sarà o se la crisi internazionale ha congelato il segmento per questa parte di stagione.