Eurovision Song Contest 2022, Russia squalificata: ha violato il regolamento e i valori dell’evento
La Russia non parteciperà all’Eurovision Song Contest 2022: la decisione è stata presa dall’EBU dopo 48 ore di richieste e minacce.
La Russia non parteciperà all’Eurovision Song Contest 2022: l’EBU ha escluso la Federazione Russa dall’edizione che si terrà a maggio a Torino per violazione del regolamento e dei valori di unità e di inclusione propri dell’Unione e della manifestazione. Una decisione presa dopo qualche tentennamento, un vero e proprio dietrofront rispetto alla mail con la quale l’EBU informava i Paesi membri di non avere intenzione di escludere la Russia dall’ESC 2022 e che tutto si sarebbe svolto come previsto. Una scelta che di fatto ignorava la lettera ufficiale con la quale la tv pubblica ucraina aveva chiesto subito l’esplusione della Russia da EBU e da ESC, ma che ha dovuto fare i conti con la netta presa di posizione di molti Paesi che avevano immediatamente minacciato il ritiro dalla manifestazione se la Russia fosse rimasta in gara. Fin da ieri Svezia, Danimarca, Norvegia e Lituania, infatti, avevano ufficialmente comunicato all’EBU l’intenzione di non prendere parte al contest là dove la Russia avesse avuto ancora il via libera per partecipare dopo l’occupazione di territori vicini e il bombardamento della capitale ucraina.
In una nota stampa del tardo pomeriggio del 25 febbraio, EBU ha, dunque, fatto dietrofront:
“L’EBU annuncia che la Russia non parteciperà quest’anno all’Eurovision Song Contest. L’Executive Board dell’EBU ha preso la decisione seguendo le raccomandazioni arrivate oggi dal Reference Group sulla base del regolamento dell’evento e dei valori stessi dell’EBU. La decisione è supportata anche dal Comitato Tv di EBU. La decisione tiene conto delle preoccupazioni che, alla luce della crisi senza precedenti in Ucraina, la partecipazione della Russia avrebbe potuto gettare discredito sulla manifestazione. Prima di prendere questa decisione, l’EBU si è presa del tempo per consultare i propri membri. L’EBU è un’organizzazione apolitica impegnata a sostenere i valori del servizio pubblico. Vogliamo continuare a proteggere i valori di scambio internazionale, a unire i popoli, a celebrare le diversità attraverso la musica e tenere unita l’Europa su un solo palcoscenico. La svolta, però, è arrivata nel momento in cui la Russia è stata condannata dalla comunità internazionale per il bombardamento dell’Ucraina”.
Da qui, dunque, la decisione dell’EBU di escludere la Russia dall’ESC 2022. Non si parla, però, di un’esplusione dall’EBU. Ricordiamo che il 24 febbraio, giorno del primo attacco della Russia contro i territori ucraini, la tv pubblica di Kiev aveva richiesto ufficialmente l’esplusione di Channel One e degli altri canali facenti capo alla Federazione Russa in primis dall’EBU, e di conseguenza l’esclusione dall’Eurovision Song Contest di maggio. Poco dopo, però, in una mail l’EBU avrebbe comunicato ai paesi membri la decisione di non escludere la Russia, come rivelato dalla tv svedese STV. Da qui la minaccia di diversi Paesi di non prendere parte all’evento in segno di protesta per la mancata esclusione della Russia. O noi o loro, la sintesi del braccio di ferro.
Da qui la nota diffusa oggi, che sancisce l’uscita di scena della Russia da ESC 2022. Non era stato ancora selezionato un brano per la partecipazione, dopo le annate interessanti che hanno visto Manizha con la discussa Russian Woman e ancor prima Little Big con One nell’edizione cancellata per il Covid. Due volti che sono transitati anche per un popolare programma russo, il late show Evening Urgant, in onda su Channel One e conosciuto anche in Italia per i suoi ultimi speciali di Capodanno, Ciao 2020 e Ciao 2021, condotti proprio da Ivan Urgant. Un suo post Instagram listato a lutto contro la guerra è stato oggetto di polemiche in patria e ha coinciso con una sospensione della messa in onda del programma.
La tv ha sempre un proprio peso nella guerra, certo per la propaganda ma anche in termini di mobilitazione. In questo caso il sostegno a un paese occupato è arrivato anche con la minaccia di boicottare un evento musicale dai grandi ascolti e dai molti sponsor. E proprio nell’anno in cui si svolge in Italia.