Sgarbi risponde a Bravi: “Mi riferivo alla canzone, il testo di Mogol è sacro”
Sgarbi risponde a Bravi: “Se ti ho offeso, mi scuso. Ho cercato di salvare il testo, riconoscendoti maschio. Il tema era il rispetto del testo”
Vittorio Sgarbi risponde a Michele Bravi in merito all’ennesima polemica nata sui social sulle parole rivolte al cantante nel corso di Dedicato.
“Poi c’era quell’altro, che cantava la canzone di Battisti, che si chiama Bravi, tutto femmina”, aveva affermato Sgarbi sabato commentando la quarta serata del Festival di Sanremo dedicata alle cover.
Dichiarazioni che hanno scatenato un polverone, arricchito dalla replica dello stesso Bravi, che aveva riproposto sul palco dell’Ariston “Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi”.
“Bravi, finge di essere offeso o è offeso dal mio spirito medievale”, dice Sgarbi in un video nel quale appare provocatoriamente a petto nudo, coperto solo da una giacca. “Vorrei dirgli che il Medioevo è stata un’epoca meravigliosa, sono state fatte opere mirabili. Vorrei scusarmi con lui se non ha capito bene che mi riferivo alla poesia, al testo di Battisti. Mi sembrava strano cambiare il genere di una canzone. Petrarca scrive A Laura, non A Lauro. Il sentimento per uomo o donna può essere lo stesso. Ma se parlo a Laura io declino gli aggettivi al femminile. Mogol ha scritto un testo che per me è sacro, mi riferivo al testo, non a te. Non ho discusso del fatto che tu abbia una declinazione femminile sul fatto, non ho posto limiti e non li posso porre. Le mie obiezioni riguardavano la poesia”.
Insomma, Sgarbi spiega che nelle sue parole non erano inclusi giudizi sul look, né sulle tendenze sessuali dell’artista. “Che tu dovessi cambiare anche il genere e l’indirizzo nella canzone a una donna mi è sembrato sbagliato. Ognuno parla a chi vuole, non c’è bisogno di cambiare il genere. Dargen DAmico ha cantato addirittura La bambola. Parlava di se stesso maschio come fosse una bambola. Mi ha colpito anche lui, ma pensando al testo. Questa è la mia critica, se ti ho offeso mi scuso. Tu in compenso fai il superiore. Tu sei Michele Bravi, io sono solo Vittorio Sgarbi. Può darsi pure che abbia sbagliato tutto, ma ho fatto un’osservazione sul testo. Ognuno è individuo come gli pare. Ho cercato di salvare il testo, riconoscendoti maschio, quindi Michele e non Michela e pensando che potessi rivolgerti al femminile. L’omosessualità produce meraviglie, ma non è questo il tema. Il tema era il rispetto del testo”.