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L’Eredità, è finita l’era delle sole professoresse, ma il ruolo del prof serve ancora al format?

L’Eredità per la prima volta ha una coppia di professori. Il ruolo non è più ricoperto da sole donne. Basta questo a rilanciare la figura?

14 Febbraio 2022 12:51

Da due mesi L’Eredità ha una coppia di professori. Sì, per la prima volta nella corso di tutta la sua storia il game show, che compirà proprio quest’anno venti anni, ha abbandonato l’abituale dicitura di “professoresse” (o “ereditiere”, così come venivano chiamate ai tempi di Amadeus) per indicare le figure che accompagnano il conduttore nel quiz, con un ruolo che mai è stato negli anni fondamentale, ma che con il passare del tempo è stato sempre più ridotto a causa anche degli spazi cambiati all’interno del programma (uno su tutti l’eliminazione della Scossa avvenuta a partire dall’edizione 2016/2017).

Nel corso delle varie edizioni numerosi sono poi stati gli avvicendamenti e dallo scorso 13 dicembre l’assetto attuale prevede per la prima volta un professore, Andrea Cerelli, ventinovenne alla sua prima esperienza televisiva; con lui Samira Lui, modella che aveva partecipato nel 2017 a Miss Italia. I due, che nelle ultime settimane hanno avuto un lungo periodo di assenza da L’Eredità, legato probabilmente al Covid, ma le cui ragioni non sono mai state chiarite da Flavio Insinna, e che sono stati sostituti da una veterana del programma come Roberta Morise che ha ricoperto il ruolo di professoressa per ben tre edizioni, sono tornati insieme a partire dalla puntata di mercoledì scorso.

Per loro quindi un rodaggio ancora tutto da portare a termine e quindi risposte sulla coppia forse è prematuro darne. Ci spingeremmo però a fare alcune considerazioni sul ruolo stesso da loro ricoperto, ruolo che, come già detto in apertura, è stato sempre più svuotato del proprio significato iniziale e lasciato ormai come fossile di un’idea, che seppur attualizzata con il gioco odierno dell’Eredità, rende la figura del tutto anacronistica.

Alla fine il professore non è altro che un’estensione dell’antica e ormai desueta (ma neanche tanto) valletta, che poco ha da dare alla tv odierna. Nuovi giovani volti in tv, date anche le sorti non proprio di successo avute da tutte coloro che hanno finora ricoperto il ruolo, salvo alcune e limitate eccezioni, possono crescere anche fuori da questo schema televisivo forse un po’ obsoleto? L’interrogativo è ovviamente aperto.