Doc 2, cosa vuol dire “cane blu”? Quando Luca Argentero disse a TvBlog…
A TvBlog Luca Argentero aveva detto che la seconda stagione avrebbe parlato della necessità di non avere paura… C’entrerà “cane blu”?
Se nella prima stagione era stata “Non oggi” la frase a tenere banco tra i fan di Doc-Nelle tue mani (un’espressione che i fan delle serie tv ricordano anche per essere stata per anni al centro della storyline di Arya Stark in Game of Thrones, ma questa è un’altra storia), la seconda stagione della serie tv di Raiuno in queste settimane ce ne sta proponendo un’altra. Parliamo, ovviamente di “cane blu”, due parole intorno a cui gli sceneggiatori hanno sapientemente costruito un piccolo mistero.
Cosa significa “cane blu”? Nella prima metà della seconda stagione (che potete recuperare su RaiPlay) abbiamo sentito più e più volte ripetere questa espressione dai protagonisti, in primi da Andrea Fanti (Luca Argentero): un modo, si intuisce, per farsi forza di fronte ai nuovi ostacoli che i personaggi devono affrontare e soprattutto per restare uniti intorno ad un segreto che stanno custodendo e che potrebbe essere legato alla morte di Lorenzo (Gianmarco Saurino).
Solo nell’ottavo episodio, in onda nel quarto appuntamento con la fiction -questa sera, giovedì 10 febbraio 2022- svelerà l’arcano. L’episodio si chiama proprio “Cane blu” e vuole essere, stando alla sinossi ufficiale fornita da Lux Vide, un modo per rendere omaggio a tutto il personale sanitario che si è speso e continua a spendersi durante la pandemia. Il pubblico, tornando indietro nel tempo fino alla prima ondata, può così assistere a cosa sia effettivamente accaduto ai vari personaggi della serie in quelle settimane.
Eppure, qualche indizio ce l’abbiamo già: incalzato da Alba (Silvia Mazzieri), l’unica del gruppo a non conoscere il significato di quelle parole, Fanti rivela che hanno a che fare con un bambino, ma viene chiamato altrove prima che possa proseguire con il racconto.
“Non so se diventerà virale, ma Andrea ha questa propensione a motivare le persone che ha intorno, riflettendo sui grandi temi. Nel caso di ‘non oggi’ era la vita ed il senso stesso di essere medici, in questa stagione le riflessioni sono ancora più allargate: improvvisamente ci siamo davvero trovati tutti nella stessa barca. Se deve esserci un messaggio sarà che no bisogna avere paura del futuro. Di virus ne abbiamo avuti sempre nella storia dell’uomo, e l’essere umano ne è sempre uscito migliore. ‘Virus’ come parola metaforica, per intendere le difficoltà affrontare nel corso della storia dell’uomo”.