La tv generalista è morta? No. Soprattutto quando si eventizza, la tv generalista continua a dominare la scena pubblica e a dettare legge, anche nel 2022. L’ennesima conferma è arrivata nelle ultime settimane quando la vecchia televisione, quella lineare, quella con i palinsesti fissi, quella che si vede soprattutto sul televisore, ha proposto in sequenza il racconto dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il Festival di Sanremo e il primo collegamento televisivo in Italia di Papa Francesco.
Tre eventi – evidentemente di rango differente – che hanno permesso alla tv generalista di ritrovare la centralità nel dibattito pubblico e di smentire così la narrazione-mantra sulla tv on demand soluzione di tutti i mali dell’universo. Di fronte ai dati di ascolti del terzo Festival di Sanremo di Amadeus non c’è serie tv di Netflix che tenga, anche e soprattutto a livello di discussioni pubbliche che si generano. E quando scriviamo discussioni pubbliche ci riferiamo non soltanto ai social (che sono misurabili), ma anche ai discorsi quotidiani della gente comune e al percepito.
Sanremo è stato anticipato da una settimana di dirette praticamente no-stop (una ingordigia spesso stucchevole, va detto) sul Quirinale ed è stato subito seguito dal colpo televisivo dell’anno, ossia l’intervista di Fabio Fazio a Che tempo che fa a Papa Francesco.
Così, con quindici giorni di programmazione, la tanto bistrattata tv generalista, data per morta e sepolta ormai da oltre un decennio (e nel frattempo il Grande Fratello ha continuato a collezionare milioni di telespettatori), si è presa la rivincita sulle piattaforme streaming e on demand, che intanto pagano la tv di Stato per promuoversi, come capitato durante il Festival di Sanremo (con annesse polemicuccie politiche).