Home Festival di Sanremo Sanremo 2022, il monologo di Roberto Saviano: “Non prendere posizione non ci tiene al sicuro, ci priva della libertà”

Sanremo 2022, il monologo di Roberto Saviano: “Non prendere posizione non ci tiene al sicuro, ci priva della libertà”

Cosa ha detto Roberto Saviano nella terza serata di Sanremo 2022? L’omaggio dello scrittore a Falcone e Borsellino.

4 Febbraio 2022 00:08

Roberto Saviano porta a Sanremo 2022 un monologo sulle stragi di Capaci e di Via d’Amelio, a pochi mesi dal 30 anniversario da quella stagione di sangue che vide la mafia uccidere prima Giovanni Falcone con la moglie e collega Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Era il 23 maggio 1992 e 57 giorni un’autobomba piazzata sotto casa della madre avrebbe ucciso il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Amadeus li nomina tutti con tono grave e segue la standing ovation dell’Ariston. Roberto Saviano scende per la scala, saluta Amadeus e inizia subito il suo monologo. Un racconto di tre storie di scelte, di coraggio, di morte, di disperazione, ma anche di speranza, di semi sepolti e germogliati.

“Sono passati 30 anni. Stasera siamo qui a ricordare, ma ricordare non è un atto passivo, vuol dire re-cordare, rimettere nel cuore. Non stiamo provando nostalgia, vuol dire rimetterli in vita. Molti di quelli che ci stanno guardando non conoscono Falcone e Borsellino, eppure loro fanno parte di noi. […] La loro storia è quella di chi sceglie di prendere posizione e non di lasciar perdere, pur sapendo che è rischioso”.

Un’introduzione che porta al racconto dei sacrifici di Falcone, Borsellino e Rita Atria, i cui destini si sono intrecciati.

“[…] Ogni volta che le organizzazioni criminali uccidono erano abituati che dopo pochi giorni non se ne parlava più, silenzio […] Falcone e Borsellino erano considerati degli esibizionisti. Le scorte erano viste con fastidio, fu detto anche che la bomba all’Addaura Falcone se la fosse messa da sola per fare carriera. Non c’erano i social, ma c’erano gli haters. […] Il progressivo fango li isolò”.

Dissolvenza, stacco ideale e si torna all’inizio del 1992, a Sanremo, per raccontare di una 17enne, coraggiosa e rivoluzionaria:

“[…] Durante il Festival di Sanremo 1992 c’era anche una ragazza di 16 anni, Rita Atria, figlia di un piccolo boss di Partanna ucciso qualche mese prima […]: Rita aveva fatto una scelta diversa, denunciare quello che sapeva di quella Mafia che aveva ucciso il padre e il fratello. Era stata messa sotto protezione a Roma e ad accompagnarla in questo percorso c’era Paolo Borsellino […]: Rita aveva capito di poter scegliere chi amare, libera di curare il proprio corpo… Era felice di essersi liberata del passato e di costruire il suo futuro. Poi arrivò la strage di Via D’Amelio e 7 giorni dopo si suicidò. […] Rita aveva compito una rivoluzione: la sua testimonianza descriveva dall’interno quello che i magstrati potevano vedere solo da fuori. […] Il coraggio è quello di chi sceglie di denunciare”

Roberto Saviano

E si arriva alla terza parte, quello dell’esempio che non muore.

“Ogni volta che non scegliamo lo facciamo perché crediamo di essere attaccati, ma la neutralità non ci tiene in sicurezza, piuttosto ci priva della libertà, della felicità. E’ quello che succede quando lo Stato, le Istituzioni scelgono di non occuparsi delle Mafie. C’è il verso di un poeta  “Credevano di seppellirti, ma quello che hanno fatto è seppellire un seme” dice un poeta. Loro erano semi e sono germogliati”.

La chiosa è affidata alle parole di Rita, tratte da un tema che scrisse poche settimane prima di morire sull’attentato di Capaci. Vengono proiettati sul sipario (rendendoli non proprio leggibili):

“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare. Forse se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo”.

Dopo il doveroso, e sentito applauso, si va di promozione al nuovo programma di Roberto Saviano, da sabato 12 febbraio su Rai 3, Insider. Stona.

Il pensiero però va a Falcone, Borsellino e Rita Atria. Peccato che non si vada in pubblicità per stemperare, ma si dia la linea – per un alleggerimento – a Orietta Berti e Fabio Rovazzi sulla Costa Concordia. Forse era meglio uno spot.

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