Manca un giorno alla partenza della settantaduesima edizione del Festival di Sanremo, ma già da sabato è partito Prima Festival, lo show che precede la diretta dall’Ariston e nel quale si conoscono i dietro le quinte più disparati della settimana sanremese e di come questa viene vissuta dagli artisti in gara e non solo. Quest’anno alla conduzione c’è un inedito trio formato da Roberta Capua, affiancata da due giovani volti come Ciro Priello e Paola Di Benedetto.
Com’è esordire su Rai1 nel contesto sanremese di Prima Festival?
È la prima volta su Rai1 ed è effettivamente un ingresso molto importante, che arriva dopo una serie di attestati di stima, primo fra tutti quello del direttore artistico Amadeus. Quello che faccio a Prima Festival assomiglia molto al mio lavoro in radio, questa volta però traslato a livello televisivo.
Sanremo viene spesso descritto da chi lo raggiunge come un sogno di quando si era bambini, che da grandi poi si realizza. Per te cosa rappresenta?
Per me in assoluto è la prima volta a Sanremo: non c’ero mai stata neanche con la radio. Essendo all’inizio della mia carriera, anche questo piccolo segmento rappresenta di per sé un ingresso nella sfera sanremese, in attesa di realizzare quello che per chi fa questo mestiere rimane il vero grande sogno.
Professionalmente cosa ha rappresentato il Grande Fratello Vip a cui hai partecipato e vinto?
La soddisfazione più grande per quella vittoria resta aver potuto dare il mio contributo con il montepremi che è stato donato alla Protezione Civile. Quell’esperienza ha aiutato poi a formare la persona che sono oggi.
Il genere reality lo avevi già frequentato ai tempi dell’Isola dei famosi. Può essere un vetrina in cui giovani volti possono farsi conoscere?
Il reality è un grande contenitore, che ti regala un’importante esposizione mediatica, ma questa ovviamente può essere un’arma a doppio taglio. È importante veicolare messaggi giusti, anche in quello che può essere considerato un contesto trash. Per chi viene da una famiglia normalissima come la mia, il reality può essere certamente uno step più facile da raggiungere rispetto ad altri.
Il reality prevede anche un’importante esposizione della propria vita privata e sentimentale. Come l’hai vissuta?
La componente sentimentale nei reality fa sempre parte del gioco, perché il pubblico si appassiona molto alle vicende private dei personaggi pubblici. In un reality ci si fa conoscere a trecentosessanta gradi e la sfera sentimentale è inevitabile. Fuori da lì ho preferito però espormi molto meno sulla mia vita privata e dare molto più importanza alla mia vita professionale.
Parlavi di “mestiere” prima. Ti stai sempre di più affermando nel campo musicale, quotidianamente in radio con The flight, ma anche in tv con Hot Factor. È la tua dimensione?
Penso che il mio percorso si stia definendo in questo modo perché vengo da un paio di anni di gavetta radiofonica, dove occupo una fascia quotidiana in cui intervistiamo tanti artisti in promozione con i loro progetti musicali. Per forza di cose quindi mi devo addentrare nelle carriere dei vari cantanti e in tutti i progetti che ruotano attorno a loro. È come se naturalmente avessi preso questa strada. Vedo poi che con il tempo sia artisti sia discografici si fidano di me. Per me è un bel risultato e spero di continuare in questa direzione.
Una lunga gavetta che punta però alla tv?
Facendo radio ho scoperto una grande passione per questo mondo, che mi ha fatto tirare fuori un potenziale che neanche sapevo di avere, con la possibilità di accantonare per un’attimo anche l’immagine della bellona, facendo venire fuori la mia parola, il mio contenuto. Sarei ipocrita nel dirti che rifiuterei la conduzione di un bel programma tv se me lo proponessero. La tv arriva in questo momento in seguito al percorso che sto facendo in radio, che voglio continuare a mantenere perché è stato formativo sotto diversi punti di vista, dalla diretta alla capacità di comunicare con chi ti ascolta.