Ossi di seppia: il caso Stamina tra Davide Vannoni e le colpe della tv (con un grande assente)
La serie non fiction sulla memoria confeziona una puntata pregevole, ma questa volta l’archivio Rai non basta.
Più volte abbiamo scritto da queste parti come Ossi di seppia, la serie non fiction disponibile sulla piattaforma Raiplay su fatti di cronaca recente, costituisca un ottimo prodotto. Tuttavia stavolta la puntata dedicata al caso Stamina nonostante il significativo contributo della sociolinguista Vera Gheno sembra lasciare un senso di incompletezza.
Per chi non ricordasse la storia, Davide Vannoni è stato l’ideatore del metodo Stamina, una cura a base di cellule staminali attraverso le quali si prefiggeva di guarire bambini affetti da gravi malattie neurodegenerative. L’illuminazione sarebbe venuta a Vannoni in occasione di una paresi facciale, che sarebbe stata risolta in Ucraina grazie a un travaso di cellule dal midollo.
In Italia il dibattito fu enorme, tanto che Vannoni venne soprannominato “il Di Bella delle staminali” (peraltro il medico che voleva curare i malati con la somatostatina è stato il primo protagonista della serie). Alla fine il suo metodo fu completamente sconfessato in quanto venne dichiarato privo di ogni fondamento scientifico, nonostante le proteste dei malati.
Il documentario infatti ci riporta alla mente i sit-in delle persone che volevano farsi curare con le cellule staminali, con l’appoggio di personaggi famosi di Gina Lollobrigida e di servizi a cura di trasmissioni del daytime come La vita in diretta nel 2013 condotta da Franco Di Mare e Paola Perego e I fatti vostri con Giancarlo Magalli. Nel primo programma Davide Vannoni è addirittura ospite in studio.
L’esperta di linguistica Vera Gheno è molto brava nell’analizzare le tecniche di comunicazione persuasiva di Vannoni (in particolare l’uso di parole apparentemente dotte al posto di termini più semplici, come “metodica” invece di “metodo“), ne analizza il look trasandato da santone, ma guardando la puntata non si può non notare l’assenza de Le Iene, trasmissione della concorrenza che fu determinante nell’elevare la fama di Vannoni a presunto nuovo eroe. Nel 2020 l’ideatore del programma di Italia 1 Davide Parenti ammise di aver dato troppo spazio all’argomento.