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Landscapers e For Life, quando le serie tv usano (a modo loro) la realtà

La storia di un omicidio nascosto per anni e di un uomo che non si arrende davanti ad un’ingiustizia hanno regalato due serie che hanno riscritto la realtà

29 Gennaio 2022 09:00

Di serie tv tratte da eventi realmente accaduti ne conosciamo tante. E’ naturale: non appena la cronaca o l’attualità forniscono una storia accattivante, capace di attirare l’attenzione dei media e -di conseguenza- dell’opinione pubblica, produttori e sceneggiatori iniziano a pensare a come mettere sullo schermo quella vicenda e, soprattutto, a cosa voler comunicare.

Perché quando racconti una storia tratta da un fatto vero non puoi limitarti a narrare i fatti per come sono andati: devi avere sempre un messaggio da comunicare, altrimenti più che una serie basterebbe realizzare un documentario. Nel mese che si sa concludendo, il mondo delle serie tv e delle piattaforme si è arricchito, in Italia, di due titoli, entrambi presi da fatti realmente accaduti, ma trasposti sul piccolo schermo in modo totalmente differente e, quindi, con obiettivi altrettanto diversi.

Olivia ColmanIl primo caso è quello di Landscapers-Un crimine quasi perfetto, andato in onda il 14 e 21 gennaio su Sky ed ora in streaming su Now. La storia è semplice: una coppia, interpretata da Olivia Colman e David Thewlis, viene rintracciata dalla Polizia inglese a Parigi, con un’accusa pesantissima: l’omicidio dei genitori di lei e l’occultamento dei loro cadaveri per oltre dieci anni. Nel corso dei quattro episodi, la coppia ammette parte delle proprie responsabilità, ma continua a fornire agli investigatori una versione dei fatti in cui insistono a dichiarare la propria innocenza.

Una vicenda che prende spunto da un vero fatto di cronaca, ovvero l’omicidio avvenuto nel 1998 di William e Patricia Wycherley, a cui la serie si attiene in modo scrupoloso. Ma qui la realtà dei fatti viene raccontata tramite la lente di una telecamera che diventa voglia di fuggire dalla realtà della protagonista Susan (la Colman): ecco che, allora, Landscapers non è più un semplice crime ma un dramma psicologico che, tramite la fantasie ispirate dalla passione di Susan per il cinema classico, indaga l’assurdità di una vicenda trasformandola in una messa in scena di una vita che vuole fuggire dalla realtà. Una sorta di cortocircuito, verrebbe da dire, in cui la realtà supera la fantasia, ma la fantasia riscrive la realtà usando un punto di vista che crea appositamente.

For Life

La realtà, nelle serie tv, può essere raccontata così, stravolgendola e cercandone nuovi sensi, oppure limitarsi a partire da un fatto di cronaca e costruirci intorno un mondo nuovo ma pur sempre attinente a quel fatto, il che è poi -ammettiamolo- ciò che fanno gran parte delle serie tv ispirate a storie vere. Come For Life, titolo di cui sicuramente avrete sentito parlare se bazzicate in quel di Netflix: arrivata nel catalogo italiano il 2 gennaio scorso (la serie è già andata in onda su Rai 4, con la seconda ed ultima stagione ancora inedita) ha subito scalato la Top ten delle serie più viste, arrivando negli ultimi giorni in seconda posizione.

For Life è la storia di Aaron Wallace (Nicholas Pinnock), ex proprietario di discoteche, che viene condannato all’ergastolo per aver usato i suoi locali a favore dello spaccio di droga, crimine che però non ha mai commesso. In prigione, Aaron inizia a studiare Legge, si laurea e con un escamotage ottiene l’abilitazione per esercitare la professione di avvocato. Mentre aiuta alcuni altri detenuti ingiustamente incarcerati a ribaltare le loro sentenze, cerca prove a suo favore, puntando ad ottenere la libertà che gli spetta.

Una storia incredibile, ma vera: è quella di Isaac Wright, Jr., condannato nel 1991 all’ergastolo con l’accusa di essere un signore della droga. Sei anni dopo, cercando prove ed aiutando alcuni detenuti a dimostrare la propria innocenza, è riuscito ad ottenere l’annullamento della sentenza in quanto il fatto per cui era stato incarcerato non era mai accaduto. Una vicenda che fece scalpore negli Stati Uniti e che lo fece diventare, uscito dal carcere, un avvocato a tutti gli effetti, fino a candidarsi nel 2020 a sindaco di New York: la resilienza e le seconde opportunità diventano centrali nella serie tv, che guarda con occhio critico al sistema giudiziario, senza però perdere la propria attenzione sul lato legal drama.

Non è una novità, insomma: la realtà è sempre spunto per serie tv, siano esse destinate a diventare dei cult oppure a passare inosservate. Il linguaggio delle serie permette in ogni caso di metabolizzare un racconto reale, trasformarlo e renderlo più chiaro o anche più fruibile ad anni e chilometri di distanza rispetto a quando e dove è accaduto. E’ un modo per comprendere meglio ciò che accade e, come nei due casi sopra citati, scovare episodi di cui probabilmente molte persone non sarebbero mai giunte a conoscere. Il racconto si mette a servizio della Storia e persone diventano personaggi.