I medical drama italiani prima di Doc: un successo altalenante, tra giovani pazienti e commistioni di genere
Il genere da noi non ha mai avuto successo, ma ci sono serie che sono entrate nel cuore del pubblico: da Amico Mio a Braccialetti Rossi, ecco quali
“Quando alla Rai mi hanno chiesto di fare una serie medica, io ho detto che storicamente erano andate tutte male”: con queste parole Luca Bernabei, amministratore delegato di Lux Vide, ha commentato ad Rtl 102.5 l’arrivo della seconda stagione di Doc-Nelle tue mani, la serie di Raiuno che due anni fa ha sbancato l’Auditel. Ma è davvero così? Il genere medical in Italia è sempre andato male?
Bernabei non ha torto nel dire che questo genere così difficile da realizzare, in salsa italiana non ci ha mai regalato grandissime soddisfazioni. Però sarebbe anche ingiusto dire il contrario: la fiction italiana, quando si è dedicata al tema della medicina ed ha ambientato le proprie storie nelle corsie di un ospedale, ha cercato di trovare una propria linea che di differenziasse dagli altri. A volte ci è decisamente riuscita, altre meno.
Ad accomunare gran parte delle serie mediche italiane non è tanto l’attenzione al rapporto dottore-paziente, quanto il fatto che i pazienti nella gran parte delle situazioni fossero bambini o adolescenti. Ne è un esempio emblematico Amico Mio: era il 1993 e Massimo Dapporto dava volto al Dr. Paolo Magri, al lavoro in un reparto di Pediatria di un ospedale romano. Tramite i casi dei piccoli pazienti, Amico Mio raccontava storie di famiglie in apprensione e lo sforzo del personale medico affinché tutto andasse per il meglio. Era un’altra epoca tv, ma gli ingredienti base del medical c’erano tutti.
Anche Barbara D’Urso nella sua lunga carriera può vantare di aver recitato il ruolo di un medico: la Dottoressa Giò, diventata quasi un tormentone anche negli anni successivi alla messa in onda (tanto da aver tentato un sequel nel 2019), è una ginecologa, anch’essa quindi legata al mondo dell’infanzia e con uno sguardo al futuro ed alle nuove generazioni.
Dobbiamo arrivare agli anni Dieci del Duemila per trovare un nuovo medical capace di attirare l’attenzione del pubblico: ve lo ricordate Braccialetti Rossi? Remake di una serie spagnola, per tre stagioni le corsie di un ospedale pugliese hanno accolto le avventure di un gruppo di amici pre-adolescenti ed adolescenti, decisi a non rinunciare alle emozioni che la loro età offre anche se costretti a passare molto tempo a letto.
Anche Mental (in realtà mai arrivata in tv, ma su RaiPlay) ed Oltre la soglia potrebbero essere inserite in questa categoria: in entrambi i casi, al centro ci sono dei giovani ragazzi, ma la malattia non è fisica, bensì mentale e legata a traumi psicologici: una svolta recente per il medical italiano, che se ha portato Mental a ricevere il plauso della critica ed anche un riconoscimento, ha visto la fiction con Gabriella Pession ad essere purtroppo cancellata dopo una sola stagione.
Il medical in Italia, prima di Doc, era quindi tutto rivolto ai più giovani? Non sempre: Canale 5 tentò coraggiosamente la strada del medical più maturo con La scelta di Laura, più vicino per temi ai medical stranieri (tanto da soffermarsi sulle relazioni tra i medici oltre che ai casi di puntata). Dal canto suo, la Rai aveva tentato una strada simile con Medicina Generale: tutte e due le serie, però, sono velocemente finite nel dimenticatoio. da questo punto di vista, quindi, Bernabei ha ragione: il medica drama che si rifà alla tradizione statunitense, e che quindi unisce casi clinici e storie sentimentali e di amicizia tra colleghi, ha sempre fatto fatica ad attecchire da noi.
Ecco che, allora, si è intrapresa la strada della contaminazione, ovvero del medical non puro, ma misto ad altri generi. Il primo esempio è stata la mitica Incantesimo, prima fiction e poi soap quotidiana, che grazie alla sua commistione di elementi ha avuto vita lunga.
Più recentemente, invece, le serie a tema misto ci hanno regalato dei titoli che cercano di mascherare la loro natura medica con trame e sottotrame di differente genere. La linea verticale, la serie tv scritta dal compianto Mattia Torre e con protagonisti Valerio Mastandrea e Greta Scarano, si gioca la carta della commedia per sdrammatizzare sulla vita e sulla morte.
Nella stagione 2021-2022, invece, forte del recente successo di Doc, Raiuno ci ha riprovato, con Cuori e Fino all’ultimo battito. Ed, anche qui, il medical è stato affiancato da trame che-nel caso di Cuori- ricordassero più il drama storico e sentimentale, mentre nel secondo caso a prevalere è il thriller.
Insomma, il medical drama così come si fa negli altri Paesi, da noi ha sì fatto fatica a decollare: un motivo in più per cui Doc ha stupito e continuerà a farlo. La fiction italiana ha preferito alleggerire tematiche che evidentemente considerava troppo rischiose per un pubblico in cerca di spensieratezza, non riuscendo però a centrare l’obiettivo di conquistare tutti. L’esempio della serie con Luca Argentero, però, potrebbe cambiare le carte in tavola.