Eden – Un pianeta da salvare, Licia Colò: “Il viaggio è stata la vera università della mia vita”
Licia Colò torna al timone di Eden – Un pianeta da salvare, in onda con la terza edizione da sabato 8 gennaio 2022: l’intervista su TvBlog
Sabato 8 gennaio alle 21.15 torna su La7 Eden – Un pianeta da salvare, il programma di Licia Colò che va alla scoperta delle bellezze paesaggistiche del nostro Bel Paese e non solo. Una nuova edizione che permetterà al pubblico di immergersi tra nuove emozioni, verso una conoscenza più profonda della natura e dell’ambiente in cui viviamo. Luoghi straordinari e incontaminati, ma anche fragili e da proteggere per il nostro futuro e quello del pianeta.
Licia Colò torna, per il terzo anno, al timone del programma, diventato ormai, in poco tempo, un classico della programmazione de La7. Oltre agli argomenti trattati, il punto di forza è sicuramente legato alla conduttrice, volto amico del pubblico, da anni e anni in grado di informare, raccontare e mostrare temi e scenari del mondo che ci circonda, ancora sempre troppo sofferente. Abbiamo contattato Licia Colò in occasione dell’inizio della nuova edizione di Eden – Un pianeta da salvare e ne è nato un interessante racconto tra tv, natura e vita personale.
Parte sabato 8 gennaio 2022 la nuova edizione di Eden – Un pianeta da salvare. Cosa ci puoi raccontare o anticipare?
E’ la terza edizione, già questo è positivo. Andare in onda il sabato sera con un programma che parla della bellezza degli alberi o dei ghiacciai è sicuramente un’operazione coraggiosa. E’ ovvio che io sia interessata perché sono i miei temi, però per una rete che decide di mettere in prima serata un programma del genere è una bella sfida. Il fatto che ci siamo anche per il terzo anno mi fa molto felice. “Purtroppo” continuiamo a fare il nostro lavoro. Dico “purtroppo” perché non è che i problemi siano stati cancellati. Se non avessimo tutti questi problemi a livello ambientale, magari non potrei fare il programma (sorride) però sarebbe meglio per tutti. Noi partiamo dal raccontare il valore della natura, il rispetto dell’ambiente sotto ogni aspetto e poi tentiamo anche di proporre della alternative e di fare informazione. ‘Eden’ continua sulla strada che ha preso dall’inizio. La piccola differenza può essere che, con il Covid, mi sono concentrata di più sull’Italia perché adesso viaggiare e andare all’estero è complicato per i vari permessi e rischioso, per la troupe, per tutti quanti.
Hai accennato alla decisione che è stata presa di posizionare “Eden – Un pianeta da salvare” al sabato sera, in prima serata, con programmi “corazzate” su altri canali. Una scelta coraggiosa e apprezzabile, un’opzione sottolineavi…
Siamo un’alternativa, avere una grande concorrenza va benissimo. Oggi la televisione offre prodotti per tutti, abbiamo così tanti canali, ed è giusto. Come quando c’è Sanremo, tutti abbassano le armi. Ma non è che tutti dobbiamo vedere Sanremo, io per esempio non l’ho mai visto. Noi siamo tanti e diversi, il grande pubblico ha sicuramente delle proposte importantissime il sabato sera ma sicuramente noi siamo un’alternativa. Ho avuto dimostrazioni di stima e affetto pazzesche con questo programma.
Mi aggancio proprio a questo ricordando che, nel 2020, hai vinto il Premio Flaiano. Un bel riconoscimento…
Sì, assolutamente. Pensa che fortunata che sono, è il secondo premio Flaiano che ho ricevuto dopo tanti anni. Il primo l’ho avuto ai tempi de “L’arca di Noè” che facevo su Mediaset. Forse parliamo del 1992? Pensa quanti anni sono passati. A trent’anni di distanza, riceverlo per la seconda volta e legato a un programma che continua a promuovere il rispetto per l’ambiente e un messaggio di tutela, a me rende due volte orgogliosa.
Visto il periodo storico e televisivo che stiamo vivendo, tra reality e talent show, programmi sulla natura, sui viaggi e sull’informazioni fanno fatica a trovare spazio secondo te?
E’ difficile anche per un motivo molto pratico. Oggi giorno i social hanno conquistato tantissimo spazio. E’ come se ognuno si potesse fare la sua piccola televisione. Esistono gli influencer, i giovani guardano pochissimo la televisione. I numeri davanti alla tv, soprattutto se pensiamo a loro, sono diminuiti. Una televisione fa più fatica a fare investimenti importanti, soprattutto se non è la televisione che prende soldi dal canone. Lì parti avvantaggiato (sorride). E’ difficile non perché la gente non sia interessata ma riuscire a farti apprezzare quando hai 100 proposte… Di programmi di viaggio ce ne sono tantissimi in altre modalità: ci sono i travel blogger che raccontano i loro viaggi sui canali YouTube. Il mio non vuole essere solo un programma di viaggio ma fatto bene dove racconti le bellezze del territorio e dare notizie che siano tali, scientifica e di un certo peso. Nella vita faccio faccio sempre di tutto per non sbagliare. Anche con i miei collaboratori lo dico sempre di fare attenzione e che, se una cosa non è sicura, piuttosto non la diciamo. Però magari può capitare di sbagliare. La differenza è proprio in questo. Stiamo continuando a fare un programma investendo passione, professionismo con tante persone che ci lavorano dietro. E’ qualcosa di diverso dal travel blogger che racconta un angolo di mondo, non possiamo essere concorrenziali con lui. D’altro io a mia figlia faccio sempre un esempio. Le dico che diventare bravi sciatori non è difficilissimo. Ma per diventare campione non basta una vita. E’ quel piccolo saltino a fare la differenza, magari uno non ci riesce mai.
Ci vuole anche la cura dei messaggi che uno deve dare, non essere pressapochista come dicevi tu prima…
Sì, noi ci proviamo. E’ ovvio, il mio è un linguaggio televisivo, non sono un professore universitario. E’ anche la mia forza, devo trasmettere le cose nel modo più semplice e coinvolgente possibile. Ma non significa che i contenuti siano banali e cheap. Il nostro scopo è collaborare con scienziati, ricercatori che magari fanno delle cose pazzesche e riusciamo a divulgarle a tutti in maniera semplice. Ma i concetti sono sia difficili che molto importanti.
A livello personale, nella tua lunghissima carriera, quanto ti ha cambiato viaggiare, incontrare mondi e realtà diverse?
Moltissimo. Io dico sempre che il viaggio è stata la vera università della mia vita. Ho imparato tantissimo ma mi ha anche molto infragilita. Noi quando veniamo al mondo abbiamo bisogno di certezze. Nostra madre è una certezza e ci rifugiamo in lei. Poi, crescendo, sono magari altre: il nostro lavoro, la casa, le amicizie. Chi viaggia molto e conosce il mondo con tutte le sue sfaccettature e sfumature, si rende conto che le certezze sono quelle per te, che vivi a casa e non esci. Il Covid ce ne ha distrutte molte di certezze. Ma, ad esempio, quando dico che non bisogna sprecare l’acqua, non lo dico perché me lo hanno insegnato. Lo dico perché ho visto persone che muoiono per mancanza di acqua. Sono delle cose che mi danno un fastidio fortissimo. Ad esempio non sopporto anche buttare via il cibo e lotto quotidianamente. Mia figlia mi dice “Mi tieni a stecchetto perché mi dai poco cibo”. Non è vero, ma siccome ogni volta viene poi avanzato qualcosa, tento di fare meno perché mi dà fastidio avanzare il cibo. Ho vissuto esperienze nella vita dopo la gente, per quel poco di cibo, avrebbe fatto qualsiasi cosa. Le nostre certezze sono relative al nostro mondo di vivere. Viaggiare ti cambia per forza…
Parlando di viaggi, c’è un posto che ti ha emozionato particolarmente o un luogo difficile?
Guarda, quando uno parla di Africa sbaglia, perché è rappresentata da Stati completamente diversi. Ce ne sono alcuni dove ho visto particolarmente la difficoltà del vivere. Ti faccio l’esempio del Malawi, un viaggio che ho fatto tanti anni fa, ho visto persone che mangiavano topini essiccati al sole. Sono cose che non si dimenticano. Vedi quanto è difficile trovare il cibo che noi riteniamo tale, quando hai fame ti fai andare bene tutto. E’ un Paese dove ho visto molta povertà. E l’Africa, però, è anche quel posto dove vedi paesaggi e spazi infiniti, con le diverse specie di animali. Rispetto a noi, poi, nel Nord Europa c’è un rispetto diverso nei confronti dell’ambiente. Il Nord del mondo e il Sud sono luoghi bellissimi per le loro bellezze. Non riesco però a prescindere dall’umanità: se è molto sofferente non riesco a dire “chissenefrega, il posto è bello e il luogo è bello”. Per questo ti faccio poi l’esempio del Nord Europa dove ci sono luoghi molto belli e si vive anche bene.
Si spera, nel 2022, che le cose cambino, soprattutto nel tema Covid e nelle libertà personali ritrovate, anche a livello di viaggi. Quale luogo o città consiglieresti, per primo, di visitare, a chiunque?
Consiglierei di prendere una macchina e se non possiamo andare lontano, di andare alla scoperta dei territori italiani, quelli più piccoli, isolati. Quando giro per l’Italia rimango affascinata dalle meraviglie che abbiamo e magari non conosciamo. Questo è sicuro. Poi, sempre con l’idea del viaggio come libertà, consiglierei l’Australia o la Nuova Zelanda, al polo opposto di dove siamo. Se passi il pianeta con un ferro da maglia e vai dalla parte opposta di dove siamo noi, sbuchi in Nuova Zelanda. E’ il nostro posto, un luogo isolato ma molto bello. Ci sono anche luoghi in Europa molto belli dove la natura è protagonista. Pensa all’Islanda, la top ten dei viaggi naturalistici, costa anche molto andarci. Ma una nuova Islanda più economica è Madeira, un’isola selvaggia con scogliere meravigliose, foreste, passaggi di balene. E’ un’altra isola abbastanza povera che sta investendo moltissimo nel valore del proprio ambiente.
Eden – Un pianeta da salvare, condotto da Licia Colò, anticipazioni prima puntata
Nella prima puntata dell’8 gennaio Licia Colò sarà nelle Isole Egadi e più precisamente a Levanzo. Visiterà la suggestiva Grotta del Genovese, scoperta solo nel 1949, ricca di graffiti rupestri risalenti all’era preistorica. Si sposterà poi a Marettimo, il cui universo sottomarino è ricco di grotte subacquee con suggestivi stalattiti e stalagmiti. Seguirà poi una visita all’area marina protetta, dove si lavora per facilitare il ripopolamento della foca monaca. Con gli abitanti del posto, Licia Colò discuterà sui pro ed i contro del controverso parco eolico marino progettato in quello specchio d’acqua.
Licia Colò poi si sposterà nel cuore verde del nostro paese e più precisamente a Todi, dove ci racconterà le leggende relative alla nascita della cittadina umbra e le vite leggendarie dei suoi concittadini, come Jacopone da Todi. Dopo una emozionante discesa nelle cisterne medioevali sottostanti il borgo visiterà il suggestivo Tempio della Consolazione. Mr Nat questa settimana ci porterà nell’altopiano di Asiago tra Veneto e Trentino.
A chiudere la prima puntata del programma condotto da Licia Colò uno straordinario reportage sulle città più “green” del mondo, e delle loro iniziative prese a migliorare la vita dei loro abitanti e soprattutto le condizioni dell’ambiente.