Caro Battiato, PIF firma un ‘docuncerto’ per ricordare il Maestro tra vita e musica
Una lettera al Maestro per raccoglierne insegnamenti e arte: nasce così Caro Battiato, viaggio di PIF tra i luoghi e la musica di Battiato.
Un “docuncerto“: così PIF definisce Caro Battiato, la serata evento per l’artista scomparso lo scorso anno in onda questa sera, mercoledì 5 gennaio 2022, alle 21.20 su Rai 3. Una prima serata che si fa omaggio per ricordare il Maestro, morto il 18 maggio 2021, nelle terre che lo hanno segnato e che ha portato con sé nel suo viaggio artistico e terreno. Intervallando la sua forma di racconto e la musica di Battiato, rieseguita ed interpretata da tanti colleghi e soprattutto ammiratori, PIF costruisce un documento inedito che segue come scia i luoghi del Maestro, partendo dall’Etna per arrivare fino alla Milano discografica, passando per l’Arena di Verona dove lo scorso settembre si è tenuto il concerto-tributo in memoriam che costituisce l’altro architrave del racconto. Tra le voci che eseguono i brani di Battiato ci sono Jovanotti con L’era del cinghiale bianco, Gianni Morandi col brano scritto appositamente per lui, ovvero Che cosa resterà di me, Emma ne L’animale, La stagione dell’amore interpretata da Fiorella Mannoia, Cuccurucucu cantato da Gianna Nannini, Bandiera bianca nella versione di Colapesce e Dimartino, quindi No time non space interpretata da Mahmood e Carmen Consoli che si commuove nell’intoare Tutto l’universo obbedisce.
Il titolo, “Caro Battiato”, richiama la formula cara ai racconti di Pierfrancesco Diliberto, quella di una lettera-testimonianza, di una narrazione uno a uno che ha adottato nel format “Caro marziano”: non a caso, infatti, al viaggio che porta PIF sulle tracce del Maestro in giro per l’Italia si aggiungono le testimonianze degli amici e dei colleghi di Battiato, raccolte nel backstage del concerto-tributo, con tutta l’emozione, dunque, che emerge dalla partecipazione diretta a un evento in memoriam. Un ricordo a caldo, un “diario della mancanza” che non vuole essere amaro e puramente nostalgico, ma antologia dei tesori da conservare, da tenere cari, per non perdere l’eredità di Battiato e anche per ricostruire, in parte, quel che i suoi testi e i suoi dischi hanno rappresentato per molti. Un modo per “coltivare il piacere della poesia, dell’intelligenza e dell’ironia” che furono cari a Battiato in vita e in arte.
Non ci resta che augurare buona visione.