4 minuti di presentazione, 67 di anteprima, 215 di programma vero e proprio per un totale di quasi cinque ore. 24 minuti di anteprima, 219 minuti di programma vero e proprio per un totale di 4 ore. 24 secondi di presentazione, 228 di programma vero e proprio, ossia poco meno di quattro ore. Sono i numeri di tre programmi tv andati in onda nello scorso week end (nell’ordine: Ballando con le stelle di Rai1, lo speciale de Le Iene Due anni di covid di Italia 1 e Propaganda Live di La7) ed evidenziano un oggettivo problema della televisione italiana.
La questione è ormai datata: per ottimizzare i costi, le reti sempre più spesso preferiscono spalmare un’unica produzione televisiva su più fasce del palinsesto. Tale pratica è molto in voga per i programmi tv di prime time e il risultato è qualcosa di simile al sequestro di persona per il pubblico a casa, oltre che l’eliminazione delle cosiddette seconde e terze serate. Così la diretta della finale dello show di Milly Carlucci (vinto da Arisa) si conclude oltre l’una e mezza e viene interrotta solo dal Tg1 di mezzanotte (durata: due minuti), lo speciale de Le Iene condotto da Gaetano Pecoraro chiude all’una e ventidue minuti, il programma di Zoro saluta il pubblico all’una e undici minuti.
Va detto che in questi tre casi (e in molti altri, dal Grande Fratello Vip ai talk show del martedì) il pubblico sembra premiare, almeno considerando gli ascolti, la scelta di proporre trasmissioni dalle durate monstre (la spiegazione tecnica è presto servita: più l’orario è tardo, più la share tende ad aumentare).
Resta il fatto che tale condotta finisca per penalizzare inevitabilmente la qualità del prodotto, il cui contenuto per ragioni prima di tutto economiche viene sbrodolato. È capitato che alcuni programmi – La Gabbia, per citarne uno non più in onda – nella stessa puntata proponessero addirittura per due volte gli stessi servizi, pur di riempire in qualche modo il contenitore. La giustificazione ufficiale è che il pubblico nel corso della serata cambia, ancor di più nell’era della frammentazione. E quindi perché non replicare in tempo reale parte della puntata in corso?20
La consolazione, si fa per dire, è che la rilevazione giornaliera Auditel, ad oggi, si ferma alle 2 della notte e questo impedisce (non sempre, l’eccezione è stata rappresentata per esempio dalle finali dei Festival di Sanremo di Amadeus – in pratica il dato del momento della proclamazione del vincitore è stato calcolato nella giornata della domenica e non del sabato) che le trasmissioni di prima serata procedano oltre tale soglia oraria. Quindi, niente paura: entro le 2.00 tutti a nanna!