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No, lo scontro tra Scanzi e Contri non è stato il picco di ascolti di Cartabianca

Cartabianca fa l’exploit di ascolti e batte Di Martedì: ma davvero è stato tutto merito dello scontro tra Scanzi e Contri?

15 Dicembre 2021 13:04

Ma è chiaro: invitano i no-vax in televisione solo perché vogliono fare ascolti! Suona più o meno così la sentenza espressa, possibilmente con il ditino alzato, dai commentatori più critici dei talk show, ultimamente riattivatisi con l’intervista al dentista di Biella col braccio in silicone a Non è l’Arena di Massimo Giletti. A far discutere nelle ultime ore è lo scontro verificatosi ieri sera a Cartabianca tra Andrea Scanzi de Il Fatto Quotidiano e Alberto Contri, docente universitario e Relatore della Commissione Dubbio e Precauzione. L’accusa, stavolta rivolta a Bianca Berlinguer, è più o meno la seguente: hai chiamato in trasmissione due ospiti dalle idee opposte, li hai fatti scannare, ti sei mostrata stupita per la degenerazione del dibattito e oggi gongoli per gli ascolti che inevitabilmente ne hanno giovato.

 

In effetti i dati Auditel della puntata di ieri di Cartabianca sono molto positivi, con una media di share superiore al 7,55% e con 1.412.000 telespettatori. Numeri che hanno permesso alla trasmissione della Berlinguer di battere DiMartedì su La7. E che potrebbero essere spiegati, appunto, con quanto accaduto in studio poco dopo le 23.00.

In realtà l’exploit del programma di Rai3 va collegato soprattutto all’assenza di Fuori dal coro di Mario Giordano, fermato da Mediaset per tutto il periodo natalizio (tornerà in onda su Rete 4 l’11 gennaio), più che allo scazzo che ha coinvolto anche Antonio Caprarica.

Il dettaglio dei numeri lo dimostra, visto che il picco della puntata di ieri di Cartabianca si è registrato alle 23.43 (8.94% di share), quando ci si occupava – con altri ospiti – del caso Saman e non di vaccini e green pass. Per la cronaca il picco in termini di valori assoluti (2.070.000 spettatori) è arrivato alle 21.57 con Mauro Corona.

E anche sullo spazio affidato a Corona, per un anno ‘punito’ dai vertici Rai (e dal direttore di rete Franco Di Mare), va rilevato che continua a funzionare. Per dire, la trasmissione ieri è partita da poco più del 3% ed è arrivato con lo scrittore a superare in venti minuti l’8%.

Detto tutto questo, al netto dei giudizi nel merito sempre sacrosanti, resta una verità per nulla difficile da comprendere: in un talk show che dura più o meno tre ore non è un scandalo che venga pensato e attuato uno spazio di confronto tra idee differenti, anche su temi delicati come la pandemia. È la regola-base del giornalismo televisivo. E se gli ascolti alla fine ne dovessero giovare non è un problema, ma, anzi, un vanto.

 

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