La scorsa settimana Tv Talk, l’osservatorio sulla televisione italiana in onda su Rai3 ogni sabato pomeriggio, si è occupato tra le altre cose de Il Castello delle Cerimonie, docu-reality in onda dal 2014 su Real Time nel quale sono protagonisti Imma Polese e Matteo Giordano, alle prese con matrimoni sfarzosi e stravaganti presso la tenuta La Sonrisa di Sant’Antonio Abate, in provincia di Napoli (nelle prime sei edizioni alla guida vi era Antonio Polese e lo show si chiamava Il Boss delle Cerimonie).
Ad un certo punto lo storico analista Nicholas Vitaliano ha posto una domanda alla coppia:
“In tutte le celebrazioni che abbiamo visto a Il Castello delle Cerimonie (battesimi, comunioni, matrimoni), a mia memoria – posso sbagliarmi, ma ho fatto una verifica – non abbiamo mai visto un’unione civile, magari fra due donne o fra due uomini. Questo come mai, è un tema ancora controverso?”
A rispondere è Matteo Giordano:
“Le cerimonie noi le abbiamo fatte così, di unioni civili. In televisione non si sono ancora viste in quanto bisogna studiarle bene, quindi con Real Time, con Laura Carafoli (Senior Vice President del gruppo, ndr) con Gesualdo (Vercio, direttore di rete, ndr), stiamo valutando bene con il regista di come improntare e come affrontare questo tema molto molto delicato“.
Vi sembra di aver avuto un déjà vu? Effettivamente tutto questo ci rimanda a una situazione molto simile. Durante la scorsa stagione di Tv Talk, proprio Nicholas Vitaliano aveva chiesto alla psicoterapeuta Nada Loffredi come mai a Matrimonio a Prima Vista Italia, altro blockbuster di Discovery, non fosse prevista la presenza di coppie gay.
L’esperta aveva dichiarato in quell’occasione:
“Perché risulterebbe estremamente difficile. È inutile negarlo. I pregiudizi sono ancora molti perché viviamo in un Paese che non ha questa capacità di accogliere liberamente un format del genere”.
Due risposte che lasciano a dir poco perplessi. Le unioni civili sono regolate da una legge dello Stato dal 2016, ma sembra superfluo doverlo ricordare a un network che tra i suoi prodotti vanta la prima edizione di Drag Race Italia, peraltro abbastanza ben riuscita e ragguardevole. Le persone LGBTQIA+ vanno bene solo in quel contesto?