Molestie e sessismo in tv, la denuncia di Cinzia Fiorato: “È successo anche a me quando conducevo il Tg1”
Dopo il caso di Greta Beccaglia, ecco la testimonianza di Cinzia Fiorato del Tg1 sul sessismo e le molestie in Rai.
Dopo il caso di Greta Beccaglia, sui social, in tv e sulla stampa sono fioccate testimonianze e denunce di vicende di molestie sul posto di lavoro. Tra queste anche alcune che riguardano la Rai. Per esempio Cinzia Fiorato, giornalista e caposervizio del Tg1 (ne è stata anche conduttrice) in un lungo post su Facebook ha raccontato di aver “incontrato molti colleghi che hanno cercato di ricattarmi sessualmente nella mia vita professionale, ho avuto diverse “pacche” non gradite, commenti volgari, parole sussurrate, avvicinamenti arbitrari, sguardi invasivi e invadenti“. Non solo colleghi, ma anche “molti tecnici, molti impiegati, molti operai che si sono permessi cose che non si dovevano permettere, gravi e meno gravi“.
Ecco per esempio un episodio che vide, stando al racconto di Cinzia Fiorato, la complicità dell’allora direttore del Tg1:
Una volta stavo aspettando in silenzio l’arrivo di alcune immagini dall’estero, a un certo punto, non si sa perché, il tecnico ha preso una cassetta betacam e mi ci ha dato con forza una pacca sul sedere facendomi male. Non lo avevo mai visto prima in vita mia. Gli ho urlato tutta la mia rabbia, certo, ma mi sono resa conto subito che eravamo soli nella stanza e la mia parola sarebbe stata contro la sua. Quando ero vittima di stalking in quanto conduttrice del Tg1, da parte di un pregiudicato con grossi problemi psichiatrici che il tribunale ha poi riconosciuto pericoloso socialmente, uno stalker che oltre a tutto entrava in Rai e mi minacciava in rete, il mio direttore di allora mi disse “e che ce voi fà, quando una é bona…” senza aiutarmi in nessun modo. Anzi, fui derisa, aggredita verbalmente dal mio caporedattore perché, lavorando di notte, mi facevo accompagnare dal mio compagno, non trovando alcun’altra protezione. Fui accusata di inventarmi tutto per ottenere uno spostamento di edizione, dopo oltre dieci anni di conduzioni notturne. Questa cosa fu usata contro di me e la macchina del fango si mise in moto, in realtà mi si stava punendo perché avevo osato denunciare le condotte illecite di alcuni dirigenti nell’esercizio del loro ruolo di incaricati di pubblico servizio. Accadeva meno di dieci anni fa. Nessuno si scusò nemmeno quando lo stalker fu individuato e condannato. Come al solito, quando si vuole colpire una donna, lo si fa in quanto donna.
La giornalista, convinta che “oggi è cambiato molto e per fortuna oggi la gogna comincia a essere per il molestatore e non per la molestata“, ha parlato anche del sessismo contro le donne portato avanti da alcune donne:
Ma la mia generazione è anche quella che ha subito il sessismo spietato delle poche donne che ce l’hanno fatta, perché anche quella è una nota dolente che prima o poi dovrà essere sviscerata. Le poche colleghe della mia generazione o quasi, che hanno rotto il tetto di cristallo, lo hanno fatto mimetizzandosi perfettamente in mezzo ai tanti uomini che le hanno accettate e aiutate ad andare avanti proprio perché non rappresentavano alcun cambiamento di passo o di cultura rispetto al sessismo imperante, anzi, erano funzionali al sistema, la famosa eccezione che conferma la regola e che dà la possibilità ai sessisti di dire “ma quale sessismo! e allora tizia e caia? loro sono direttrici, amministratici delegate, presidenti, caporedattrici!!”. Si, ma lo sono con tutti i vizi di sempre, che si abbattono per lo più sulle donne. Non c’è machismo più feroce del machismo di una donna. Molte di noi si sono col tempo impegnate nella lotta alla discriminazione di genere ma, per lo più, molte della mia generazione hanno abbattuto muri semplicemente lavorando, nella speranza che le nostre sorelle più giovani potessero vivere la professione liberate da quello che avevamo subito noialtre.
Su Twitter, Barbara Carfagna, anche lei in forza al Tg1, ha risposto così ad un cinguettio di Nathania Zevi del Tg3. Poco fa, sempre con un tweet, è arrivata anche una precisazione che ‘scagiona’ la Rai.