Non è l’Arena, stasera l’intervista esclusiva di Giletti al nonno di Eitan
A Non è l’Arena questa sera l’intervista al nonno materno di Eitan, il bimbo di sei anni unico sopravvissuto al tragico incidente del Mottarone
Secondo quanto risulta a TvBlog, nella puntata di questa sera di Non è l’Arena, in onda in prime time su La7, Massimo Giletti intervisterà in esclusiva il nonno materno di Eitan, Shmuel Peleg.
La vicenda è quella drammatica che riguarda il bambino di sei anni, unico sopravvissuto al tragico incidente del Mottarone. Contro il nonno l’Italia ha spiccato un mandato di cattura internazionale per aver portato il bambino in Israele. Il piccolo è al centro di una battaglia legale tra la zia paterna affidataria della sua tutela e la famiglia materna.
In studio con Giletti a Non è l’Arena per lo spazio dedicato a questa vicenda ci saranno la criminologa Roberta Bruzzone e l’avvocata e specializzata in diritto di famiglia Andrea Catizone.
A settembre scorso, dopo il blitz per portare via dall’Italia il nipotino, il nonno di Eitan aveva rilasciato un’intervista alla tv israeliana N12. In quella occasione aveva detto, tra le altre cose, che “credo che Eitan un giorno crescerà e dirà: ‘Nonno, hai fatto tutto il possibile per salvarmi“. Inoltre, il signor Shmuel Peleg aveva anche confessato di aver “perso la fiducia nel sistema giudiziario italiano“.
Quella di stasera a Non è l’Arena sarà la prima vera intervista del nonno di Eitan per la tv italiana dopo lo scoppio della battaglia legale. In precedenza era stato raggiunto da La vita in diretta.
Caso Eitan: a che punto è la vicenda giudiziaria
Intanto proprio ieri si è tenuta un’altra udienza davanti al Tribunale di Pavia sul caso di Eitan. I legali dei nonni materni, Shmuel Peleg ed Ester Cohen, hanno discusso davanti ai giudici un’istanza con cui hanno chiesto di revocare l’autorizzazione che fu concessa a settembre alla zia paterna e tutrice legale Aya Biran per attivare la Convenzione dell’Aja. Convenzione sulla sottrazione
internazionale di minori sulla base della quale i giudici israeliani in primo grado e in appello hanno stabilito che il bimbo, portato dal nonno a Tel Aviv l’11 settembre, deve tornare in Italia.
Secondo i legali dei nonni, la zia non sarebbe stata legittimata a richiedere l’attivazione della Convenzione perché, stando ad alcuni atti acquisiti, il 14 settembre scorso, tre giorni dopo il presunto sequestro di persona, la tutrice ha presentato domanda di adozione del piccolo al Tribunale per i minorenni di Milano. Dal punto di vista procedurale, secondo i legali, la zia avrebbe dovuto ‘spogliarsi’ dell’incarico di tutore avendo richiesto l’adozione e quindi poi, senza la veste di tutrice, non avrebbe potuto richiedere l’attivazione della Convenzione. Un conflitto d’interessi tra il ruolo di tutore e quello di richiedente l’adozione che se venisse riconosciuto, stando all’istanza dei legali, potrebbe avere effetti sul procedimento in Israele, data la contestata legittimazione a richiedere il rimpatrio del bimbo.
Per stamattina, invece, è fissata l’udienza davanti al Riesame di Milano per discutere sul fronte penale il ricorso della difesa contro l’ordinanza a carico di Shmuel Peleg, che ha portato al mandato d’arresto internazionale per il rapimento.