Il ritorno in tv di Dexter, a cui abbiamo assistito con la nona stagione in onda su Sky ed in streaming su Now, si è reso necessario dopo la sensazione da parte del protagonista Michael C. Hall di rimettere mano al finale dell’ottava stagione, che non aveva convinto gran parte dei fan. Così, quattro anni fa, Will & Grace tornò in tv per rimediare ad un finale di ben undici anni prima che aveva lasciato l’amaro in bocca a molti (addirittura, fu “cancellato” e spacciato per sogno del protagonista maschile).
Ma non sono gli unici casi in cui il pubblico ha criticato il modo in cui una serie, che ha amato follemente per anni, abbia deciso di congedarsi. Sono invece numerose le serie tv colpevoli di aver chiuso le proprie storie o in modo troppo frettoloso o preferendo all’esito previsto da tutti una strada totalmente differente. Ma sono davvero le serie tv ad essersi concluse male o siamo noi che non accettiamo la loro conclusione?
Il finale di How I Met Your Mother è stato uno dei più contestati: i fan non hanno gradito il fatto che dopo nove stagioni, la futura moglie e madre dei figli di Ted (Josh Radnor) che tanto avevano atteso di conoscere di lì a poco sarebbe venuta a mancare, per poi scoprire che il racconto a figli di come i due si erano incontrati era solo un modo per ottenere la loro approvazione per chiedere a Robin (Cobie Smulders) di riprovarci. O ancora, quello di Lost: rivedere il cast al completo “passare avanti” dopo le mille peripezie vissute sul’Isola più famosa della tv non ha convinto.
Uno dei casi più recenti riguarda Game of Thrones: il finale -visto solo negli Stati Uniti da oltre 13 milioni di telespettatori- ha spinto addirittura alcuni appassionati delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco a lanciare una petizione con cui costringere la Hbo a rigirare l’ultima stagione ed a regalare loro un finale migliore, in attesa di sapere come sarà quello pensato da George R.R. Martin per libri da cui è stata tratta la serie.
Ma ci sono stati dei finale che, invece, hanno messo d’accordo tutti? Assolutamente sì: quello di Friends, a 17 anni di distanza dalla sua messa in onda, fa ancora tirare fuori il fazzoletto a molti; così come quello di Breaking Bad, senza eccessivi colpi di scena, chiude la saga di Walter White (Bryan Cranston) restando il più fedele possibile a stesso; una serie meno famosa ma imperdibile come The Good Place si chiude in maniera poetica, nostalgica e sorprendente: quello che ogni fan in fondo desidera.
Questi sono solo alcuni casi, ma l’elenco potrebbe essere molto più lungo: che piaccia o no, che sia pieno di difetti o rasenti la perfezione, più una serie tv è durata a lungo ed ha accumulato lungo la strada milioni di fan più il suo finale farà male, punto. Perché quando una serie finisce è un po’ come quando si conclude una relazione: la perdita dell’appuntamento settimanale e soprattutto l’uscita dalle proprie vite di personaggi a cui ci si è affezionati al punto da dimenticarci che sono frutto di un gruppo di autori sono un vero e proprio trauma, a cui si reagisce in vari modi.
Uno di questi è la protesta: basta che il series finale abbia una crepa nella sua logica narrativa, un dettaglio fuori posto o -peggio ancora- faccia inversione ad U ed offra un colpo di scena eccessivamente clamoroso e la frittata è fatta. Ci si aggrappa ad un “Non doveva finire così”, “Dopo tutti questi anni non ce lo meritavamo”, “A questo punto meglio non fare proprio tutta l’ultima stagione”, ma in realtà si pensa “Ti prego, non finire”.
Dexter, Lost, Game of Thrones ed How I Met Your Mother hanno proposto dei finali non esenti da difetti, sia chiaro: ma nel farlo gli sceneggiatori sono rimasti coerenti con le loro idee, ovvero non si sono fatti influenzare dalle tendenze del pubblico ed hanno avuto il coraggio di restare sulle proprie idee, pagandone in parte le conseguenze.
Scrivere un series finale è con ogni probabilità l’impegno più difficile per uno sceneggiatore, ed in un’epoca in cui siamo tutti un po’ critici ed esperti, i fucili puntati contro sono quasi scontati. Forse dovremmo ricordarci anche di questo ma, soprattutto, prima di sparare contro quel finale che proprio non ci è piaciuto dovremo chiederci se è davvero così o se, semplicemente, siamo noi a non essere pronti a dire addio ad un mondo che ci ha accolto nella sua meravigliosa finzione, facendoci sentire un po’ meglio in un mondo -quello reale- dove non esistono sceneggiatori da incolpare e per questo fa più paura.