Clio Back Home è una docuserie incentrata su Clio MakeUp, all’anagrafe Clio Zammatteo, classe 1982, di Belluno, tornata in Italia dopo 10 anni a New York e in piena pandemia dopo una gravidanza vissuta con una certa preoccupazione in una metropoli assediata dal Covid. Tutto è però iniziato proprio nella Grande Mela nel 2008, quando Clio iniziò a seguire un corso di make up, raccontato passo passo su YouTube con tutorial sul trucco che hanno fatto rapidamente proseliti sul web con la sola forza del passaparola e della sua tracolgente energia. Sono passati 13 anni da allora, 10 anni nel ‘personaggio’ di Clio MakeUp e questo viaggio individuale – declinato anche nella dimensione di squadra – viene ora raccontato in questa docuserie in 10 puntate già disponibili da tempo di DiscoveryPlus, ma ora in chiaro su Real Time in onda ogni sabato alle 15.40 sul canale 31 del DDT.
Il racconto si focalizza sul come funziona il ‘piccolo’ (mica tanto) family business, casalingo e aziendale. Perché sul piccolo schermo arrivano le ‘due’ famiglie di Clio, che si intrecciano da sempre: da una parte quella che ha creato col compagno di una vita, Claudio, conosciuto prima del corso di make-up che le ha cambiato la vita, dall’altra quella costituita dal suo team, al cui vertice c’è la cognata Elena, CEO dell’azienda e complice da sempre. Un’alchimia davvero incredibile quella che riesce a mescolare famiglie, legami, amicizie e affari, ma che si regge di fatto su un solo ingrediente dirompente: Clio.
Si può costruire qualsiasi cosa intorno a lei: il lancio di un nuovo prodotto, la promozione con gli omaggi alle influencer, la ricerca di una nuova collaboratrice, ma alla fine quello che spicca nelle varie puntate è il modo in cui Clio affronta la vita nei suoi diversi aspetti. Si va dalla colazione con le figlie alla ‘coltivazione’ delle farfalle, dalla scelta dei nomi dei suoi prodotti al modo in cui crea nuovi ombretti: l’elemento comune è la gioia di farlo, l’amore con cui si fa.
Se si vuole raccontare l’azienda, però, bisogna raccontare anche il team: in questo Clio back home la protagonista non smette di mettere in evidenza l’importanza della squadra, ma per quanti sforzi possano fare lei o la narrazione c’è solo un elemento che spicca dal fondo. E si capisce come il successo non sia un caso, non sia fortuna, ma si fondi su reali capacità, umane e professionali.
Il racconto di Clio Back Home sembra puntate sulla ‘dualità’ del fenomeno Clio: da una parte la sua creatività e la sua energia, dall’altra la parte amministrativa, organizzativa e propriamente aziendale, raccolta nel suo ufficio, con Claudio – il marito – a fare da vero e proprio link tra i due universi. Ma la doppia chiave funziona a metà: basta che Clio metta piede in ufficio perché tutto inizi a respirare, con buona pace del resto.
La boss in ufficio è Elena, con i suoi modi così cosmopoplitan, il suo look da influencer, il perfetto lessico da manager milanese primi 2000 (“Cosa vedo sulle scrivanie? Taralli, cactus, flamingo con parrucche? Ora appendo una Clean Desk Policy da seguire” dice con fare minaccioso nell’ufficio rosa e bronzo in cui lavorano tre sue collaboratrici), ma basta una inquadratura per capire che c’è una sola fonte di energia a dir poco naturale nonostante il trucco. In questo, il doc di Pesci Combattenti si è trovata a doversi ‘complicare’ la vita: volendo raccontare quello che c’è dietro il successo di un personaggio nato su YouTube e consolodatosi in un brand commerciale, ha ‘dovuto’ dare spazio anche al #TeamClio. Ma lo stacco tra l’energia, la disinvoltura, la passione, la naturalezza di Clio e i modi impostati, la piattezza, anche il peso degli altri personaggi finisce per dare un prodotto a due velocità: da una parte c’è tutto il brio della bellunese, la sua assoluta capacità di bucare lo schermo con la spontaneità che ha conquistato progressivamente la simpatia delle ragazze che l’hanno seguita fin dai suoi primi passi a New York in un lontano 2008, fatto di esperimenti e di video nei quali diceva che non avrebbe mai potuto fare la youtuber. E l’hanno accompagnata nei primi passi televisivi e che ora la vedono protagonista di una serie tutta sua, a 4 anni dalla nascita della sua azienda – fondata il 21 aprile 2017 – ai tempi della sua prima gravidanza. E a proposito della vita di famiglia, la dimensione domestica sa di fatato: sembra una finestra per invidiosi, ma la positività sembra essere la vera bacchetta. Una positività che si evidenzia nella costruzione più ‘nervosa’ del resto della truppa: Elena e Claudio sono la parte ‘negativa’ di una immagine tutta al positivo di un vulcano che vien fuori anche nel suo modo velocissimo, caratteristico, quasi giocoso di parlare.
La parte più bella del doc è proprio quella che ripercorre la storia intima e professionale (che coincidono) di Clio Zammatteo, con i video di famiglia, le prime clip postate su YouTube: insomma, dove c’è Clio c’è storia, emozione, interesse, anche un certo coinvolgimento e una certa curiosità. Il resto ha quasi il sapore di un riempitivo, come quei sacchetti di aria che servono a tener fermi i tester nei pacchettini omaggio. Per fortuna che c’è Clio: è tornata a casa, ma ovunque sia riempie spazi e narrazione.