Un giocatore non lo giudichi da un calcio di rigore sbagliato. E i dati Auditel di un programma televisivo non andrebbero giudicati con la semplice lettura dei numeri che vengono comunicati poco prima delle 10.00 ogni mattina. Sono molteplici gli aspetti da considerare: il budget a disposizione, la durata, gli ospiti e il cast, l’obiettivo della rete, la concorrenza interna ed esterna, la collocazione in palinsesto, ecc. A proposito di questo ultimo elemento, gioca un ruolo decisivo il cosiddetto traino. L’esempio più recente che spiega meglio di ogni altro discorso il concetto di traino televisivo è quello riguarda La versione di Fiorella, il programma di seconda serata di Rai3 con Fiorella Mannoia in onda tre volte a settimana, ogni lunedì, giovedì e venerdì.
Partito lunedì scorso al 7,4% di share, ha chiuso la settimana con un drammatico 1,98% (nel mezzo un per niente esaltante 2.3%). Il programma si è imbruttito nell’arco di pochi giorni? Fiorella Mannoia ha perso all’improvviso tutto il suo pubblico? Difficile pensarlo, francamente.
Sembra molto più logico pensare che a determinare una così netta discrepanza numerica sia stato il traino. Lunedì la cantante ha goduto di quello di Report, che in media è stato visto da oltre 2 milioni e 300 spettatori, per una share del 10,44%. Molto diversa la situazione giovedì, quando prima de La versione di Fiorella è andato in onda il film Papillon, visto da soli 644 mila spettatori per una share del 2,97%. Pessimo traino anche ieri, con il film Dia 1991 parlare poco apparire mai seguito da 758mila telespettatori per il 3,35 di share (la seconda serata del venerdì, peraltro, è un po’ diversa da quella degli altri giorni feriali).
Tutto questo per dire che per esprimere un giudizio sensato (che sia positivo o negativo) sulla perfomance televisiva di La versione di Fiorella forse bisogna attendere ancora qualche altra settimana.