Per capire perché Onorevoli confessioni vada in onda in seconda serata nel venerdì sera di Rai 2, dopo due medical come The good doctor e The resident, bisognerebbe fare un passo indietro e tornare alla prima puntata dello scorso anno. Il programma condotto da Laura Tecce infatti esordì nell’ottobre 2020 nella serata del giovedì, dopo il secondo appuntamento di Seconda linea (che venne chiuso subito dopo quella puntata) e dopo Una pezza di Lundini.
La serata del giovedì, ad eccezione dell’intervallo con Valerio Lundini, era stata quindi pensata per la stagione 2020/2021 per ospitare la politica. Con la prematura chiusura di Seconda linea, a causa di risultati d’ascolto considerati troppo deludenti, ben presto questo progetto del direttore Ludovico Di Meo è stato archiviato, nonostante poi nella primavera sia nato in prima serata Anni 20 (ora retrocesso in seconda serata).
A distanza di un anno su Rai 2 ieri sera è tornato Onorevoli confessioni, che non ha di fatto portato nulla di diverso rispetto alla scorsa edizione. Gli ospiti, tutti rigorosamente appartenenti al mondo della politica, attraverso degli oggetti confidano a Laura Tecce ritratti delle proprie esistenze, approfondendo aspetti delle loro vite private giustamente sconosciuti ai telespettatori/elettori.
Per la seconda edizione si è deciso di puntare sul racconto in parallelo di due figure, così come fatto già nelle ultima puntate della scorsa edizione, dove ci si allontanò dal modello del singolo politico seguito nei primi due appuntamenti dedicati rispettivamente a Teresa Bellanova e Giorgia Meloni. Il racconto con questa formula è decisamente più fluido e scorrevole, anche se probabilmente si potrebbe puntare su un taglio ancora più agile.
Il vero problema del programma risulta quindi il contesto in cui si trova ad essere inserito. È vero, l’approfondimento politico/economico è presente su Rai 2 in seconda serata (mercoledì con Restart, giovedì con Anni 20 notte), ma questa narrazione più intimistica dei politici avrebbe bisogno di essere il controcanto di una pagina di approfondimento politico che la preceda.
Così Onorevoli confessioni risulta purtroppo un pesce fuor d’acqua all’interno del palinsesto, seppure la collocazione del venerdì sia ideale per vedere il politico svestire i propri panni professionali e passare a quelli più casalinghi. Un buon programma, ma forse non indispensabile per una Rai 2 sempre più in crisi d’identità (e d’ascolti).