Report si conferma un ottimo programma di approfondimento giornalistico: ma le inchieste sono davvero per tutti?
Su Rai3 è tornato Report, l’ottimo programma di inchieste che dopo anni di gestione da parte di Milena Gabanelli è passato nelle mani di Sigfrido Ranucci. La trasmissione non ha risentito in termini di credibilità: al “nuovo” conduttore manca solo che qualche partito politico decida di nominarlo per il Quirinale.Nella prima puntata grande spazio ad
Su Rai3 è tornato Report, l’ottimo programma di inchieste che dopo anni di gestione da parte di Milena Gabanelli è passato nelle mani di Sigfrido Ranucci. La trasmissione non ha risentito in termini di credibilità: al “nuovo” conduttore manca solo che qualche partito politico decida di nominarlo per il Quirinale.
Nella prima puntata grande spazio ad Astrazeneca, ovvero ai motivi per i quali il vaccino sul quale l’Italia e molti Stati dell’Unione europea avevano puntato inizialmente per uscire dalla pandemia. La cronaca ha poi mostrato come si sia fatta marcia indietro su questo preparato e su quello di Johnson and Johnson per virare su Pfizer e Moderna.
Nulla da dire sullo svolgimento del tema, che segue il classico stile Report che abbiamo imparato a conoscere negli anni – in particolar modo i giornalisti sul campo che chiedono informazioni a determinate personalità – ma guardando il servizio non può non venire l’impressione che la sua visione richiede una competenza preliminare, ovvero il non essere no-vax, l’avere una grossa fiducia nella scienza, un atteggiamento non così scontato in un’epoca pandemica nella quale sembra essere diventata un’opinione. Per la cronaca, la giornalista Claudia Di Pasquale si è recata in Germania, paese che a marzo aveva fatto da apripista per la sospensione di Astrazeneca, e in Inghilterra dove è stato sviluppato questo vaccino.
Lascia indignati il secondo argomento del corposo menu, ovvero lo scandalo Unitalsi: i presidenti della sezione romana di Unitalsi, associazione che si occupa di persone con disabilità, sono accusati di aver intascato ingenti somme di denaro per accaparrarsi ville in Sardegna, riuscendo a sottrarre ben due milioni di euro.
Impressiona infine l’ultimo servizio ambientato in Bassa Valle Stura, in provincia di Cuneo, dove ogni giorno circa mille tir attraversano il centro di alcuni comuni montani. La maggior parte di questi mezzi transita da e verso le Fonti di Vinadio, meglio conosciute come acqua Sant’Anna. Questo transito sta rendendo difficile – per non dire impossibile – la vivibilità in questi comuni per l’inquinamento acustico e ambientale. Un monitoraggio dell’Arpa ha paragonato la qualità dell’aria di uno dei comuni più colpiti da questo passaggio a quella di una città come Torino, tra le più inquinate d’Italia.