Che tempo che fa è una delle migliori trasmissioni della televisione italiana: alla sua seconda stagione consecutiva di nuovo su Rai3 dopo un peregrinale sui canali maggiori, Fabio Fazio è riuscito a rendere il suo programma lo spazio prestigioso per ospiti internazionali del calibro di Barack Obama, Bill Gates, Whoopi Goldberg, Woody Allen, anche se in collegamento. Ma il massimo si è toccato domenica scorsa, con la presenza di Quentin Tarantino addirittura in studio per promuovere la sua autobiografia.
La trasmissione della domenica sera della terza rete Rai ormai ha dei blocchi fissi come i monologhi di Luciana Littizzetto (qui avevamo evidenziato una certa comicità monocorde negli ultimi anni) e lo spazio riservato a Tullio Solenghi e Massimo Lopez, che hanno esordito due settimane fa, che al momento si rifugiano in autoironia e un umorismo di tipo metatelevisivo.
Per adesso l’anello debole sembra essere il segmento del Tavolo, introdotto ormai da qualche anno. Il problema è che il conduttore ha preso l’abitudine di affollare questa parte del programma di comici, ma ultimamente si è avuta l’impressione di un eccesso di professionisti della risata. Solo per fare un esempio, domenica scorsa sedevano al tavolo ancora Massimo Lopez e Tullio Solenghi, Francesco Paolantoni, Lello Arena, Lillo, Nino Frassica. Oltre a loro, c’erano Noemi e gli ospiti fissi Orietta Berti e Gigi Marzullo.
Da questa overdose di comici si ricava l’impressione di una generale difficoltà. Già dai tempi di Zelig con Claudio Bisio e Paola Cortellesi i due colleghi si pestavano i piedi, situazione che si è ripetuta quando il primo è stato affiancato da Virginia Raffaele al Festival di Sanremo 2019. A guardare un tavolo in questo modo imbastito si fatica a creare un amalgama, che si verifica solo quando si ricorda la carriera di Massimo Troisi. A chiudere Nino Frassica, il più bravo del blocco.