La tv che vince è quella per e non quella contro
Due parole -a basso costo- sulla tv generalista e sulle “sfide” catodiche fra i programmi televisivi che si contendono i telespettatori
Tutti i santi giorni che Dio mette in terra, noi pazzi di tv, ci mettiamo a guardare la nostra cara amata scatola magica per vedere cosa vi accade dentro. Da piccini pensavamo che li dentro ci fosse il mondo e non era raro che lo sguardo andasse alla parte posteriore di quel magico parallelepipedo per vedere se la dietro ci fosse qualcuno dei nostri eroi catodici. Pensieri di una beata fanciullezza fatta di una ingenuità che purtroppo con gli anni si è persa. Gli stessi eroi che una volta credevamo all’interno della tv poi ci è capitato di vederli anche altrove, vivi e vegeti e in quello stesso attimo da eroi diventavano delle persone normali, anche se un po’ speciali, esattamente come mamma e papà, gli stessi che ci spiegavano il segreto di Babbo Natale e della Befana, due figure mitiche o mistiche, avvinghiate nella nostra memoria come un crostaceo ad uno scoglio di mare, poi da li strappate più o meno brutalmente.
Spiegare e spiegarci cos’è quella nostra passionaccia, che con il tempo è diventato pure lavoro, è stata la vita, fatta di giorni con gli occhi arrossati e di orecchie appuntite, esattamente come quelle del Signor Spock, per cercare di carpire quella parola in più che ci aiutasse a tradurre quello che si vedeva con quello che non si vedeva. Già perchè la magia era quella del dietro le quinte, delle telecamere spente, degli studi struccati, dei personaggi tv nudi (metaforicamente parlando ovviamente) come i famosi Re restati senza la corona in testa. Quelli che con la lucetta rossa accesa erano i padroni delle Reti e con la stessa luce spenta, erano diventati come i nostri papà e le nostre mamme alle prese con i problemi della vita di tutti i giorni. Persone normali che abbiamo imparato a conoscere meglio.
Persone che sono diventate parte della nostra vita grazie proprio a quella scatola magica con i loro programmi che diventano vincenti quando vengono confezionati per il proprio pubblico e non contro gli altri programmi. Prendiamo ad esempio le proposte di Rai1 e di Canale 5 negli ultimi due sabati sera. Arena ’60 ’70 ’80 e Tu si que vales, due prodotti che insieme conquistano metà della platea televisiva nazionale. Due prodotti che certificano come la televisione generalista, che è la tv di tutti noi, sia ancora viva e forte nel nostro paese, nonostante le campane da morto che ogni tanto risuonano sui media. Due programmi fatti da professionisti del mestiere, ma sopratutto due proposte “per” e non due proposte “contro“, o almeno questo ci piace pensare.
Oppure le proposte della domenica pomeriggio, con due amiche, Mara e Maria, contemporaneamente in onda su Rai1 e su Canale 5, oppure ancora il venerdì sera con Carlo Conti ed Alfonso Signorini che confezionano due programmi che soddisfano i rispettivi pubblici di riferimento. Certo c’è sempre qualcuno che sta “sopra o sta sotta” come direbbe il buon Renzo Arbore, ma il vero metro di giudizio resta sempre quello di aver fatto un lavoro al massimo delle proprie possibilità e per il proprio pubblico e non per altri scopi più o meno reconditi. Qualcuno dirà che tutto ciò sa tanto di buonismo ed ingenuità a basso costo, forse si o forse no (direbbe Pupo), ma il discorso sembra filare e ci piace pensare abbia un senso, perchè alla fine i numerelli delle dieci del mattino siano più uno sport d’affari che una medaglia olimpica.
Ed in tutto questo nel frattempo, ogni giorno che passa, siamo sempre più intrappolati in una Rete ….