Al Grande Fratello Vip 6 nuovo capitolo della battaglia di Alfonso Signorini contro il “politicamente corretto che ha rotto i cogli0ni”. L’occasione questa volta è data dalla frase detta da Soleil Sorge rivolta ad Ainett Stephens e Sami Youssef che stavano discutendo: “Ma perché urlate? Sembrate delle scimmie“. Una clip trasmessa in puntata ricostruisce le premesse della discussione.
Ainett e Sami parlano di un ditino puntato nei loro confronti, non di una affermazione lanciata nel mezzo di una discussione di gruppo come sostenuto da Soleil, che intanto si scusa per il misunderstanding. Ma per Ainett e Sami quella frase ha un valore preciso, diverso dalle intenzioni di chi l’ha pronunciata, come invece ribadisce Soleil – difesa a spada tratta da Signorini e dalle sue opinioniste -; un valore profondo, che tocca la sensibilità di chi vive in un paese che spesso non pensa a quello che dice, che nel quotidiano non è inclusivo con comunità diverse dalla ‘dominante’, che usa ‘Scimmia’ per offendere le persone di colore (cfr. stadi di calcio di ogni ordine e grado), che ha visto la condanna di un vicepresidente del Senato della Repubblica per insulti razzisti rivolti a una ministra paragonata a un orango.
Il caso è stato trattato in maniera a dir poco inquietante nella diretta del 1° ottobre del Grande Fratello Vip. Da una parte Alfonso Signorini, Adriana Volpe e Sonia Bruganelli hanno difeso Soleil dalle accuse di razzismo (e ci sta nell’ottica di non farne un bersaglio social), ma dall’altra hanno di fatto ‘accusato’ Ainett e Sami, e quanti si sono sentiti offesi dalla frase, di aver avuto una reazione esagerata, di voler ingigantire la cosa per qualche like in più sui social, per accodarsi al ‘politicamente corretto’, senza pensare con la propria testa. Ainett ha cercato di far capire il suo punto di vista, ma è stata zittita dal padrone di casa, che ha invece accusato chi protestava, anche veementemente visto il muro alzatosi con lo studio, di cattiva educazione.
“Quello che sta accadendo in Casa è proprio la dimostrazione di come la situazione ci stia scappando di mano. Stanno perdendo la brocca! C’è pure gente che piange! […] Io ve lo dico, queste cose non le accetto. Questa cattiva educazione, questa mancanza di dialogo… il confronto si esprime dialogando e quando manca il dialogo si passa sempre dalla parte del torto”
dice a gran voce Signorini a una Ainett che cerca di far capire cosa voglia dire vivere per decenni con gente che denigra.
“Io capisco il disagio di Ainett, che ha provato sulla pelle il problema vero del razzismo, capisco il disagio di Sami, che è arrivato addirittura sul barcone, capisco il disagio di Raffaella ogni volta che porta la sua bambina a scuola, ma proprio perché voi vivete quel disagio non potete pensare che neanche lontanamento che Soleil abbia idee razziste. Questo vuol dire aver perso il senno della ragione! Soleil ha detto una frase infelice, di cui penso si vergogni. Ma voi, Ainett, Sami, voi non sbagliate mai, non fate mai un errore? A me questo discorso del politicamente corretto ha rotto le palle. Dovete imparate a ragionare con la vostra testa, non inseguendo qualche like in più – insiste Signorini contro Ainett – Vuoi mettere in croce una persona per una cavolata che ha detto? Ma tu chi sei, oh! Soleil è stata profondamente irrispettosa e ha chiesto scusa: se si pente delle cose che dice, chi siamo noi per metterla in croce. Ainett non andate dietro alla corrente per avere il consenso”.
Questo l’approfondimento di Signorini che peraltro ha iniziato dicendo ad Ainett “Ma tu non ti sei inalberata subito quando te l’ha detto, eh. Perché non l’hai detto subito?“. Come a dire che la protesta in differita ha meno valore. Ma potete rivedere il discorso di Signorini su Mediaset Play e ripercorrere quanto successo in diretta con il post dedicato di Marco Salaris. E potete recuperare la puntata integrale del 1° ottobre (con la discussione che prende i primi blocchi) sul sito Mediaset on demand.
Lascia basiti anche il commento di Sonia Bruganelli a inizio blocco, che contesta alla concorrente di non aver tirato fuori la stessa grinta quando si è trattato delle ‘mani lunghe’ di Amedeo Goria. Una cattiva interpretazione farebbe pensare a un sotteso ‘piacere’ nella situazione non affrontata con la stessa determinazione…
Torna dunque la visione del politicamente corretto come ‘la dittatura del pensiero’ dettata dal seguito social; una visione già espressa la scorsa settimana da Signorini. Ma ribellandosi al politicamente corretto presentato come pensiero unico dominante si finisce per non dare spazio al contraddittorio: nel discorso condotto in studio, le intenzioni valgono più delle interpretazioni, il malessere viene rubricato a captatio benevolentiae sul pubblico a casa, così come la sensazione di essere tornati adolescenti e di essere impotenti di fronte a quella che viene vissuta come un’offesa viene ridotta a una strategia di gioco. Torniamo, quindi, a parlare di lingua e di intenzioni, tema caro a Pio & Amedeo giusto per citare qualcun altro che recentemente si è scagliato contro il ‘Politicamente Corretto’, evidentemente male interpretato. Perché il politicamente corretto non ha nulla a che fare con la sensazione che una frase, anche detta con le migliori intenzioni, può provocare. E una risata non basta a spegnere emozioni e sensazioni che vengono da lontano.
Torna quindi quella deriva pericolosa dell’intentio auctoris come prevalente, come unica, legittima, possibilità di corretta interpretazione di un testo: l’interprete non ha voce in capitolo, il ‘mittente’ ha l’unica realtà possibile in tasca.
Di conseguenza è lo studio del Grande Fratello Vip a decidere in questa circostanza cosa sia razzismo o meno, quanto ci si possa offendere, di cosa, in che modo. E anche in che tempi. Una posizione a dir poco ‘dirigista’, per essere delicati. Una posizione da uno a molti, secondo la più classica impostazione dei mass media tradizionale. Una posizione, in sé, vecchia e autoritaria.
Eppure nulla è oggettivo nella comunicazione, di massa e interpersonale. “E’ il punto di vista che crea l’oggetto” si potrebbe dire con Saussure e ora che c’è una maggiore consapevolezza, una maggiore possibilità per mettere a confronto punti di vista diversi contro l’oggettività della cultura dominante, il Grande Fratello Vip ha preferito chiuderla con una filippica e con un’ennesima battaglia (mal orientata) al politicamente corretto tanto per mostrarsi ‘contro’, facendosi così promotore proprio di quel (malinteso) ‘politicamente corretto’ tanto vituperato
Peccato. Una gran bella occasione persa per parlare davvero di sensibilità e di automatismi linguistici, per mettere in evidenza come espressioni che per la maggior parte delle persone hanno il sapore della ‘normalità’, della ‘neutralità’, della goliardia (nei casi più spinti) siano invece interpretabili in tutt’altro modo in situazioni, contesti, background altri da sé. Poteva essere l’occasione per chiedere ad Ainett cosa l’avesse fatta reagire così, invece di accusarla di overreacting e così spiegare anche al pubblico come una parola/espressione considerata ‘innocua’ dai più possa in realtà non esserlo per qualcuno, per tanti, per molti. Il tutto si sarebbe potuto concludere con un chiarimento vero, scuse reciproche, abbracci, lacrime e consapevolezze linguistiche e culturali nuove anche a casa. E invece no. Si è preferita la polarizzazione, lo scontro, la polemica, la chiusura. Si è messa al centro l’accusa di ‘razzismo’ verso Soleil e non si è dato spazio ‘le cause’ che hanno portato al ‘caso’: si è difesa una parte senza dare modo all’altra di spiegarsi, come si sarebbe potuto fare. Un vero peccato. Oltre a essere uno spettacolo davvero misero.