La novità principale di Otto e mezzo edizione numero 21? Grìnpas, ossia la pronuncia di Lilli Gruber (e di alcuni ospiti) della parola chiave del dibattito al centro della prima puntata stagionale del programma dell’access time di La7.
Per il terzo anno consecutivo Otto e mezzo rinuncia ai politici per il debutto (mentre la concorrenza, Stasera Italia di Barbara Palombelli su Rete 4, ospita Matteo Renzi), preferendo ad essi giornalisti stra-conosciuti dal pubblico televisivo, da Marco Travaglio (presente anche all’esordio di un anno fa) a Paolo Mieli passando per Alessandro Sallusti. A completare il parterre l’immunologa Antonella Viola, vittima della gaffe di Mieli, secondo cui lei avrebbe un passato da militante politica (circostanza, questa, smentita dalla dottoressa). Il risultato è un dibattito dalle dinamiche assai prevedibili.
La Gruber, con tanto di penna rossa in mano, si conferma conduttrice molto presente (“vorrei ricordare che“, “rapido!“), abilissima a mantenere serrato il ritmo del confronto dialettico, che sfiora anche le sempre più imminenti elezioni amministrative e il tema del rapporto tra giornalismo e conformismo, e a porsi con atteggiamento autorevole verso gli interlocutori.
Otto e mezzo resta un programma tutto parlato (unica eccezione, da sempre, il punto di Paolo Pagliaro, che oggi si è occupato della vicenda di Paolo Annunziato, ex direttore del Consiglio nazionale delle ricerche, malato di Sla) e assai identificato nella sua conduttrice, insostituibile.
E non regala soprese neanche nel packaging del prodotto, che resta praticamente immutato rispetto al recente passato. La differenza rispetto alla scorsa stagione è il ritorno alla versione feriale della trasmissione, con il sabato di La7 che sarà presidiato, come la domenica, da In Onda.