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Propaganda Live, un inizio stanco nonostante il pubblico

Propaganda Live è tornato in onda ma la prima cerca equilibrio tra ferie e attualità, scaletta e reportage, leggerezza e approfondimento.

pubblicato 10 Settembre 2021 aggiornato 18 Settembre 2021 08:45

La quinta stagione di Propaganda Live su La7 sembra essere iniziata sottotono: nonostante l’atteso e trionfale ritorno del pubblico in studio, l’energia che solitamente invade lo studio (e che si è sentita sempre, anche nelle settimane più dure della pandemia) è rimasta sullo sfondo. Un inizio apparentemente teso, più del solito, forse proprio per il ritorno del pubblico, come se fosse subentrata una sorta di ‘ansia da performance’ scatenata da una ‘novità’ tanto cercata, una puntata particolarmente stanca, forse anche per la natura stessa del canonico riepilogo dei fatti essenziali dell’estate. Un racconto in fondo già sentito, una serie di polemiche ormai ampiamente digerite che neanche il taglio acuto dello sguardo del Team Propaganda è riuscito a rivitalizzare.

Questa stagione di Propaganda sembra quindi essere partita a mo’ di diesel. Appare in cerca anche di un po’ di equilibrio tra le parti: questa volta, infatti, la sensazione di essere più in uno speciale di Atlantide è stata piuttosto forte, visto che gran parte della puntata, apparentemente più del solito, è stata occupata da un densissimo reportage dall’Afghanistan realizzato da Francesca Mannocchi, presente in studio. Una scelta che conferma l’attenzione del programma per l’approfondimento, per i temi internazionali, per quello che l’agenda dell’informazione canonica lascia sullo sfondo, inseguendo le polemiche sterili della perenne campagna elettorale italiana – qui invece messa alla berlina via social – ma mai come questa volta è parsa una puntata ‘spaccata’ in cerca di un bilanciamento. Un po’ come il nuovo look di Zoro, in versione baffetto da sparviero…

 

Un inizio teso, quindi, in cerca di equilibrio, che ha però una trovata carina nelle iussoliadi, la gara tra giovani italiani di seconda generazione ancora senza cittadinanza chiamati a misurarsi in gare sportive per ‘vincere’ il titolo di ‘italiano’, come richiesto da molti per gli sportivi sulla scia dei medagliati azzurri alle Olimpiadi. Immaginiamo che nel prosieguo, col ritorno al commento dell’attualità dopo il ‘recuperone’ estivo, si ritrovi anche un po’ di freschezza dello sguardo, oggi apparso appannato. Forse hanno contribuito anche le nuove narrazioni a striscia, come KKK e Quindici minuti di, che riprendono il piacere di Zoro per la regia e l’interpretazione (i reportage da casa sono stati la salvezza in tempi di lockdown), ma che finiscono per togliere quasi del tutto il piacere della diretta. Ora che si può tornare a girare e che c’è di nuovo gente in studio sarà forse il caso di lasciare le sitcom (ricordiamo anche una chicca come Resti a casa, di e con Valerio Mastandrea, perfetta per il lockdown) e di ritornare un po’ a respirare il live.

In questo senso bisognerà anche riprendere le misure col pubblico, ritrovarlo come ‘autore’, visto che ha sempre dato grandi soddisfazioni (anche nei pochi sprazzi della prima). C’è però un aspetto che bisognerà regolare, ma dipende dalla rete: 4 ore di diretta non sono troppe solo per le serate di Sanremo.

Propaganda è tornato, anche se ancora non è ancora in forma…