Agorà riparte da dove aveva lasciato i telespettatori. L’argomento di discussione è il vaccino anti Covid e la possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale, lo studio è lo stesso della passata stagione con sole piccole novità apportate nel posizionamento delle telecamere e nel colore scelto per avvolgere la scenografia, la conduttrice è la stessa, così come il moviolista. Luisella Costamagna riapre quindi un’Agorà uguale a se stessa, dove forse per quest’esordio i toni sono anche più tenui e contenuti del solito.
Lo scontro politico non si accende, limitato anche dalla presenza nel programma di non più di due parlamentari alla volta, circondati invece da un ampio parterre di altri ospiti. All’interno della più di un’ora e mezza durata di trasmissione non manca anche un piccolo momento promozionale offerto al libro di Maurizio De Giovanni, che poi si trattiene con la Costamagna per discutere della propria Napoli, in vista del voto delle amministrative del prossimo ottobre, e del reddito di cittadinanza, che sarà il successivo argomento di discussione del programma.
Sul reddito di cittadinanza si ripropone un po’ lo schema utilizzato per la prima puntata dello scorso anno, quando si scelse per inaugurare la nuova edizione il tema della riaperture delle scuole. La discussione sul tema non viene, infatti, inserita semplicemente nella materia di confronto politico, ma viene tratta in maniera a sé stante, gettando anche uno sguardo fuori dai nostri confini.
Nella prima puntata quindi Agorà mantiene una distinzione ben marcata fra gli argomenti trattati – prima parte: vaccino, seconda parte: reddito di cittadinanza – peculiarità che di solito viene a perdersi e a sfumare nel corso della stagione, quando l’agenda politica più pressante detta ritmi diversi alla trasmissione.
Meno presente del solito forse Marco Carrara con i suoi contributi, ma anche qui la riapertura solo oggi della Camera, che segna la ripresa dell’attività parlamentare, induce a pensare che lo scenario politico, nonostante le dichiarazioni di circostanza, debba ancora scaldarsi un po’ prima di poter fornire materia ai talk.
Agorà extra: in cerca di identità
Luisella Costamagna alle 9:47, con un lieve ritardo di due minuti, passa il testimone a Senio Bonini, che porta avanti con il suo Agorà extra la trasmissione fino alle 10:30 precise. Il nuovo spin off a tratti sembra un prolungamento del precedente spazio guidato dalla Costamagna, con la ripresa di precedenti collegamenti, come quello con Tommaso Giuntella fuori dalla Camera dei Deputati, e tematiche, tant’è che si ripropone un sottotitolo della prima parte, anche se erroneamente.
A Paolo Cirino Pomicino, storico esponente della Democrazia Cristiana, non vengono, infatti, risparmiate nel finale domande sulla tenuta del governo e sul futuro inquilino del Quirinale, perdendo forse un po’ di vista il focus del segmento, anche se data la conoscenza politica del soggetto in questione può apparire comprensibile la scelta di porre tali interrogativi.
Nel primo appuntamento di Agorà extra si sono succeduti diversi argomenti, dal sistema pensionistico a quello dei bonus, passando per il fil rouge di puntata offerto dalla vicenda dell’anziana di Napoli privata del biglietto di vincita dal tabaccaio da cui si era recata.
Senio Bonini riesce a gestire ben il tempo a propria disposizione, aiutato probabilmente da un numero piuttosto ridotto di ospiti, che così non devono essere interrotti da lui bruscamente. Andrà forse messo più a fuoco il taglio della trasmissione, che, fra proseguimento della classica Agorà e assonanza con il vecchio Mi Manda Rai Tre, mandato quest’anno in pensione nella collocazione feriale del daytime e passato al weekend, richiamato soprattutto dallo spazio sui bonus con Gianluca Timpone, fatica per il momento a riconoscersi.
Uno snellimento dei temi affrontati (oltre a quelli già citati, anche un servizio sul ritorno del liscio a Rimini), che pure nella loro molteplicità danno un buon ritmo alla trasmissione, potrebbe probabilmente aiutare. Agorà extra è appena partito: ci sarà tempo per trovare la giusta rotta.