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PresaDiretta, l’inchiesta su Julian Assange è un pugno nello stomaco

Il programma di Riccardo Iacona torna con una puntata molto potente su Wikileaks: desiderio di togliersi di dosso l’etichetta di appendice di Report?

30 Agosto 2021 23:35

Da anni va in onda su Rai3 ma la coesistenza con Report lo fa sembrare un’appendice di quest’ultimo: in realtà PresaDiretta, trasmesso il lunedì in prime time con la conduzione di Riccardo Iacona, è un programma del tutto indipendente dalla creatura prima di Milena Gabanelli e poi di Sigfrido Ranucci.

Quasi a volersi togliere di dosso qualsiasi parvenza di subalternità, la trasmissione di inchieste ha esordito con una puntata dal titolo “Julian Assange – Processo al giornalismo“, incentrata sull’omonimo fondatore di Wikileaks. Una questione totalmente dimenticata anche per via della centralità acquisita dalla pandemia negli ultimi due anni.

Tuttavia la storia di Julian Assange è tutt’altro che marginale e Iacona è bravissimo nel far capire che si tratta di una vicenda nella quale siamo tutti coinvolti. Assange è incarcerato da due anni in Gran Bretagna con l’accusa di aver violato una legge americana sullo spionaggio del 2017. Ma che cosa ha fatto di preciso quest’uomo per essere così perseguitato?

PresaDiretta ha il merito di chiarire aspetti fondamentali che i telegiornali per questioni di tempo o di lassismo trascurano. Wikileaks ha diffuso dei file segreti dell’esercito americano in Iraq e Afghanistan: tra questi il più emblematico riguarda un video intitolato Collateral Murder. Si tratta di un insensatissimo attacco aereo sferrato dagli Stati Uniti ai danni di una ventina di civili iracheni ritenuti armati. In soccorso di uno dei moribondi interviene in seguito un padre di famiglia, che viene ucciso sotto una pioggia di proiettili sotto lo sguardo dei figli gravemente feriti. Un documento che forse non era mai stato mostrato in prime time, ma davvero sconvolgente.

Riccardo Iacona così intervista la famiglia di uno degli uccisi, un giornalista iracheno della Reuters. I parenti della vittima dicono di aver avuto solo un misero risarcimento dall’agenzia di stampa, ma nessuno si è azzardato ad aprire un’indagine, con i soldati americani assassini attualmente a piede libero. Nella prossima puntata si parlerà di bitcoin.