TimVision: via il “porca puttena” di Lino Banfi. La replica di TIM: “Non risulta nessun provvedimento”
Il Moige contro TimVision per lo spot sulla Serie A con protagonista Lino Banfi nei panni di Oronzo Canà. La replica ufficiale di TIM.
Aggiornamento ore 15:30
Riguardo la presunta censura dell’esclamazione “porca puttena” di Lino Banfi, contenuta nello spot TimVision riguardante l’offerta calcio, è giunta la replica ufficiale di TIM:
In merito allo spot di TimVision con protagonista Lino Banfi, TIM precisa che non risulta nessun provvedimento del Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria o del Comitato Media e Minori e che, pertanto, non vi è stata nessuna censura.
La diffusione degli spot previsti a supporto dell’offerta calcio sta proseguendo secondo quanto pianificato lo scorso luglio.
TimVision, spot censurato: via il “porca puttena” di Lino Banfi
La protesta del Moige contro lo spot TimVision dedicato all’offerta calcio 2021-2022 ha funzionato: va via il ‘porca puttena’ di Lino Banfi, che esplode di fronte alla tv che non mostra le immagini della partita desiderata. Una decisione presa dopo la segnalazione che il Movimento Italiano Genitori ha fatto lo scorso 25 agosto (e di cui vi diamo conto in basso) Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e al Comitato TV.
In tv, dunque, vedremo la versione ‘pulita’ dello spot, senza l’esclamazione ritenuta troppo “volgare” dal Moige. Peccato che fosse diventata un’espressione portafortuna per gli Azzurri di Mancini a Euro 2020 (con tanto di omaggi riconoscenti all’eterno Oronzo Canà del cult L’Allenatore nel Pallone da parte dei calcatori della Nazionale). E immaginiamo che per nonno Lino, il nonno degli italiani da Un Medico in Famiglia in poi, ci sia rimasto molto male.
Moige contro spot TimVision: “Il ‘porca puttena’ di Lino Banfi è volgare”
Svegliarsi all’improvviso e stabilire, con una trentina di anni di ritardo, che il ‘porca puttena’ di Lino Banfi è volgare. Così, il Movimento Italiano Genitori (Moige) oggi, 25 agosto 2021, ha deciso di intervenire contro il nuovo spot di TimVision dedicato all’offerta Calcio e Sport, che vede come protagonista Lino Banfi nei panni di Oronzo Canà, il mitico personaggio della pellicola cult L’allenatore nel pallone.
Il Moige ha presentato una denuncia all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e al Comitato TV Minori perché considera il ‘porca puttena‘, espressione peraltro tornata in auge di recente grazie agli Europei di calcio vinti dagli azzurri, volgare in quanto “rende sgradito lo spot alle famiglie e ai minori“. Nella nota ufficiale si legge:
Sembra infatti che, affinché lo spettatore a casa non si annoi, sia necessario ravvivare l’interesse con qualcosa che possa scandalizzare o almeno catturare Il pubblico. Una soluzione antiquata e sulla lunga controproducente per le stesse aziende, associate a riferimenti trash nell’immaginario dei clienti, che consigliamo fortemente di non reiterare. In una TV già subissata da contenuti volgari e inadatti ai minori, non si sente davvero bisogno di un ulteriore dose di cattivo gusto e volgarità: e non è possibile derubricare un’esclamazione del genere traformandola in un motto di spirito o in una forma ironica, giocando magari sul personaggio – amatissimo – di Oronzo Canà. Le parole sono importanti, diceva Nanni Moretti, e in questo caso le parole scelte per lo spot di TimVision appaiono chiarissime e assolutamente non fraintendibili.
Secondo Elisabetta Scala, vicepresidente e responsabile del Moige, “le aziende come Tim devono trovare altre strade per coinvolgere il pubblico, evitando di scadere nella trivialità più assoluta, considerando anche che gli spot sono mandati in onda in fascia protetta e che una buona parte del pubblico è composta da famiglie e minori“.
Non è la prima volta che il Moige prende di mira Banfi. Lo fece anche nel 2006 quando l’attore fu chiamato a recitare in Il padre delle spose, fiction di Rai1 sul tema dell’amore omosessuale.
Tornando al promo di TimVision: sacroscanta presa di posizione di una Onlus che, raccogliendo le segnalazioni di genitori, agisce per la protezione e la sicurezza dei bambini di fronte ad una espressione inutilmente triviale o ennesimo insopportabile caso di cancel culture?