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Olimpiadi Tokyo 2020, senza il pubblico c’è tutto il calore dello sport

Senza pubblico, alle Olimpiadi di Tokyo 2020 lo sport si vede e si sente di più: lacrime, gioia, amicizia, rispetto trasudano anche in tv.

4 Agosto 2021 08:30

Le Olimpiadi di Tokyo 2020 si stanno svolgendo a porte chiuse, con sommo dispiacere per gli atleti e per il comitato organizzatore, che ha preferito tutelare la salute della popolazione perdendo gli introiti derivati dalla vendita dei biglietti.

Al pubblico televisivo, invece, la mancanza di pubblico nei palazzetti e nello stadio olimpico non toglie emozioni, anzi paradossalmente le amplifica perché si vede e si sente solo lo sport nella sua dimensione più pura. Ad applaudire gli atleti ci sono i colleghi e non solo quelli delle proprie rappresentative nazionali: intorno alle prove sportive, ai successi inattesi, a quelli inevitabili, alle sconfitte, alle cadute, alle delusioni ci sono le reazioni dei compagni, dei colleghi e soprattutto dei rivali. Ed è la parte più bella delle Olimpiadi che arriva come non mai anche a casa dei telespettatori. Il silenzio dei luoghi mette in rilievo l’audio ambientale anche quando è presente il commento in lingua (sia su Rai 2 che su Eurosport): la potenza delle urla, le esplosioni di gioia, i ringraziamenti, i complimenti, le congratulazioni tra rivali arrivano al pubblico in tutta la loro forza.

Giusto per fare degli esempi recenti, in altre circostanze sarebbe stato forse difficile apprezzare live lo scambio tra il giudice di gara, il qatariota Barshim e il nostro Tamberi alla fine dei salti regolamentari per il titolo nel Salto in Alto: col pubblico sarebbe forse stato difficile sentire quel “Possiamo avere due ori? E allora facciamo la storia, amico!” che ha segnato uno dei momenti più belli della storia delle Olimpiadi moderne.

E che dire del calore che ha accompagnato tutta la prova di Simone Biles alla trave, nell’unica finale individuale che la ginnasta ha deciso di affrontare in questi Giochi dopo aver apertamente parlato delle sue difficoltà nel gestire lo stress mentale e fisico derivante da una carriera a dir poco incredibile. Una vera e propria ovazione arrivata direttamente da un pubblico composto esclusivamente da atleti e da addetti ai lavori che hanno tributato il proprio omaggio a un’atleta straordinaria e a una ragazza che sta affrontando i suoi ‘demoni’. Un lungo applauso che ha un valore e un significato ben più profondo e più emozionante di qualsiasi ola arrivata da un palazzetto stracolmo.

La mancanza di piani di ascolto sugli spalti, poi, costringe a concentrarsi sugli atleti, sui loro allenatori, sulla loro gioia, sulle loro amicizie. Tamberi che applaude i 2.37 di Barshim, che a propria volta batte le mani a tempo per caricare il rivale/amico nel suo ultimo salto, quello che potrebbe valere per l’italiano l’oro olimpico e per lui ‘solo’ un argento, la saltatrice portoghese Patricia Mamona che, fresca di argento, corre ad abbracciare Tamberi, i festeggiamenti congiunti di Gimbo con Jacobs in quei 20′ che lo scorso 1° agosto hanno cambiato il volto di queste Olimpiadi di Tokyo 2020 per la compagine italiana, beh tutto questo – e molto, moltissimo altro, che si può scorgere senza molte difficoltà in ogni gara trasmessa in tv o in streaming – lo avremmo probabilmente perso dietro alle regie interessate ai tifosi più curiosi, a quelli più commossi, a quelli più folkloristici. In compenso talvolta la regia si è concentrata sui dettagli delle strutture. Come gli scarafaggi.

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Al di là di queste spigolature, però, l’assenza di pubblico nelle strutture ha amplificato il valore dello sport, se possibile, grazie allo spazio audio e video che hanno conquistato le reazioni spontanee, live, degli atleti. Una meraviglia. E mai come prima questi giochi sono stati portati avanti dagli atleti, protagonisti ovunque, dalla pista alle pedane, nei palazzetti e sugli spalti. Un’esperienza del genere l’avevamo vissuta con Sanremo 2021, in un’edizione con l’Ariston deserto ma con l’orchestra assoluta protagonista anche per la sua capacità di fare spettacolo, di dare calore ai cantanti, di simulare il pubblico. La tv in pandemia ci ha mostrato come l’assenza di pubblico non sia per forza un male – per chi sta a casa, ovviamente – con più spazio per i contenuti, meno per l’autocompiacimento. Lo stesso sta succedendo a Tokyo:al centro di queste anomale Olimpiadi c’è stato lo sport nella sua interezza, come dicevamo. Ed è un valore aggiunto.