Le Olimpiadi di Tokyo 2020 non sono su RaiPlay: ed è subito anni Novanta
Niente streaming RaiPlay per le Olimpiadi di Tokyo 2020: Rai 2 sparisce dal web e sembra di essere tornati indietro nel tempo, a un’altra tv.
Avete perso qualche gara, qualche speciale, qualche sintesi o anche solo qualche rubrica sulle Olimpiadi di Tokyo 2020 tra quelle trasmesse da Rai 2? “Nessun problema! Recupero su Raiplay!” vi sarete detti. O almeno lo avranno pensato quanti di voi sono più adusi a recuperare i programmi Rai sulla vera chicca del bouquet della tv di Stato. E invece niente, nisba, zero: niente di quello che è marchiato Tokyo 2020 può essere trasmesso sulla piattaforma web streaming della Rai. Se questo sembra pacifico per le gare, forse potrà stupire il fatto che neanche i contenuti prodotti dalla Rai e trasmessi da Rai 2 – come la rubrica di prima serata Il circolo degli anelli o il Go Tokyo che inaugura la nottata italiana/giornata giapponese di gare – è recuperabile su Raiplay. I diritti di trasmissione web sono esclusivi di Discovery+, la vera rete (o meglio piattaforma) olimpica italiana per questi 32esimi Giochi Olimpici moderni.
Peccato, però, che l’OTT Discovery non sembra sia all’altezza della gestione delle 3000 ore di diretta/contenuti previsti nei 10 giorni di gara: un layout a mattoncini, una categorizzazione piatta, una visualizzazione parziale, la mancanza di un palinsesto orario o di specialità, quotidiano o settimanale rende la scelta dei contenuti da vedere quasi una scommessa. Una roba che in compenso la scelta di una serie tv su Netflix è una passeggiata di salute. Se ci aggiungiamo la mancanza di commento per la maggior pare delle gare e di una guida utile per capire le ‘priorità’ di visione la sensazione di straniamento è completa. Sembra quasi ci si dimentichi che la fruizione tv è per sua natura, dalla nascita del mezzo, un accompagnamento più che un’attività totalizzante. E senza commento non posso certo seguire l’evento sportivo mentre faccio altro (non scomodo qui teorie di comunicazione di massa). A trasmettere 3000 ore di diretta così…
Niente di paragonabile, quindi, alla struttura più agevole – e di maggior esperienza – di RaiPlay. Un vero peccato. Ma al di là del layout di fruizione di Discovery+ e dell’esclusiva web che ha estromesso la tv pubblica, la cosa talevisivamente più straniante di queste Olimpiadi di Tokyo 2020 è la sensazione di essere improvvisamente tornati indietro nel tempo. Almeno di un decennio per chi ha un po’ di dimestichezza con la visione di contenuti online.
Ormai abituati all’idea di recuperare quanto perso sulla programmazione lineare nel replay online, trovarsi di fronte all’impossibiltà di farlo – soprattutto poi parlando di Olimpiadi che si svolgono in buona parte nel cuore della notte – rende incredibilmente povera questa esperienza olimpica in tv per chi non sia abbonato a Discovery+ (e anche per chi lo è). Personalmente, ad esempio, avrei voluto recuperare l’intervista ai genitori di Luigi Samele, argento nella sciabola maschile, realizzata nel corso del programma di prima serata di Rai 2 Il circolo degli anelli e invece ritrovarmi nell’impossibilità di farlo ha ‘minato’ le mie certezze, quelle abitudini ormai acquisite e che danno la sensazione di avere il ‘visibile’ e il ‘visto’ a portata di mano. Il che può avere anche un risvolto educativo-pedagogico: non dare mai nulla per scontato…
Di fatto Rai 2 è una rete sostanzialmente scomparsa da RaiPlay, completamente spenta sul fronte streaming.
Il risultato è che di queste Olimpiadi di Tokyo 2020 in tv si vedono poche gare in chiaro e tutte su una rete lineare: siamo tornati decisamente a una tv pre-Internet, anzi anche un po’ peggio visto che in epoche pre-web si facevano i salti mortali per garantire la massima copertura possibile con i tre canali a disposizione, tra staffette ed eventi in contemporanea. Un po’ dispiace: lo sforzo Rai per arrivare ovunque si avverte nell’impegno per la copertura notturna mentre su Discovery+ si ha l’impressione che non si riesca a gestire l’abbondanza. Queste Olimpiadi di Tokyo 2020 sembrano sempre più coincidere con una fase di cambiamento nell’organizzazione degli eventi sportivi e a questo punto suggeriremmo anche una visione diversa nella gestione dei diritti di trasmissione televisiva e un ripensamento degli stessi perché ormai lineare e streaming non sono due diverse modalità di fruizione, né due momenti ‘scomponibili’ dell’esperienza televisiva, ma sono due facce di una stessa medaglia. Materia decisamente complessa, ricca di implicazioni economiche e industriali, ma confidiamo nelle prossime Olimpiadi, quelle di Parigi 2024.