Oltre 20 morti, oltre cento feriti, decine di rapine in banca e nei negozi, raid tra i campi rom e agguati alle forze dell’oodine, il tutto tra Bologna e la costa romagnola, una zona che improvvisamente piombò nel terrore e ci rimase per ben 7 anni, tra il 1987 e il 1994: una catena di sangue che aveva come filo conduttore una ‘banalissima’ Uno bianca, diventata emblema di uno dei fatti di cronaca più incredibili e sanguinosi della storia italiana. E quella storia torna in tv con La banda della Uno Bianca, docuserie in due parti in onda in prima visione, e in esclusiva, giovedì 24 e venerdì 25 giugno alle 21.50 su History Channel (canale 407 di Sky).
Nonostante siano passati quasi 30 anni dall’arresto dei membri (insospettabili) della banda, il caso resta impresso nella memoria collettiva di un Paese che mai prima di allora aveva vissuto un caso di cronaca così intenso e sanguinario. Sebbene l’Italia avesse vissuto la lunga stagione del terrorismo tra gli anni ’70 e la metà degli anni ’80, nonostante poi la stagione stragista della Mafia corleonese nei primi ’90, la peculiarità – e l’assoluta crudeltà – che hanno caratterizzato le azioni di quella banda gelarono un’intera area del Paese. Rimini, Bologna, la Riviera Romagnola, una delle zone meno collegate agli immaginari criminali d’Italia, furono sconvolte dalle azioni dell’Uno Bianca: la prima risale al 1987, a Rimini, e nei 2 mesi successivi furono ben 12 le rapine messe in atto ai caselli lungo l’autostrada A14; seguirono, come detto, una lunga serie di atti criminali, tutti accompagnati da omicidi in molti casi a sangue freddo che investitirono anche pattuglie dei Carabinieri e della Polizia.
Ed è proprio dal punto di vista dei poliziotti che si misero sulle tracce dei criminali che viene costruita la narrazione di questa docuserie, prodotta da Stand By Me per A+E Networks Italia e diretta da Claudio Pisano. Un punto di vista diverso da quelli finora portati sul piccolo schermo, dalla storica puntata di Blu Notte di Carlo Lucarelli nel 2001 alla miniserie Uno Bianca, con Kim Rossi Stuart, in onda sempre nel 2001, ma su Canale 5.
Il taglio di questa docuserie, invece, si basa sulle testimonianze dirette di chi ha partecipato a un’indagine senza eguali e per certi versi ‘fratricida’. Al centro del racconto ci sono i poliziotti Luciano Baglioni e Pietro Costanza che con Antonio Mosca incrociarono nel 1987 la banda della Uno bianca indagando su un loro tentativo di estorsione a un rivenditore di auto: Mosca morì nello scontro a fuoco con i criminali e i colleghi Baglioni e Costanza decisero di dedicarsi anima e corpo alla ricerca dei colpevoli.
Colpevoli che si scoprirà essere colleghi poliziotti, in servizio: su tutti i fratelli Roberto e Alberto Savi, di stanza alla Questura di Bologna, con un terzo fratello, Fabio, che tentò l’ingresso in Polizia; con loro anche i poliziotti Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli (quest’ultimo non partecipò mai però a eventi omicidiari). A comporre il ritratto di una delle bande criminali più spietate in Italia la docuserie usa interviste, audio inediti, documenti processuali e video di repertorio, con le testimonianze, tra le altre, di Daniele Paci, il magistrato che fece arrestare la banda, Giampiero Moscato, allora cronista giudiziario dell’ANSA, del fotografo Pasquale Bove, di Giuseppe Chicchi, ex Sindaco di Rimini e di alcune vittime come la mamma di Otello Stefanini, uno dei tre Carabinieri uccisi nella strage al quartiere Pilastro di Bologna, il figlio di Graziano Mirri, benzinaio di Cesena ucciso dai Savi, e Francesca Gengotti, sopravvissuta alla rapina della Coop di Rimini Celle quando aveva 9 anni. Non manca anche una delle protagoniste più discusse e misteriose di quella vicenda, Eva Mikula, all’epoca compagna di Fabio Savi, l’unico non poliziotto della banda, e che collaborò con gli inquirenti.
Una vicenda incredibile per molti versi, dunque, che qui rivive attraverso la scrittura di Simone Passarella e la regia di Claudio Pisano, già firma di titoli come “Il condannato – Cronache di un sequestro” (Rai3, 2018), “Emanuela Orlandi, il caso è aperto” (Nove, 2019), “Scomparsa – Il caso Ragusa” e “Suicidio apparente – Il caso Mario Biondo” (Nove, 2021). Per History Channel ha invece realizzato nel 2019 anche “La strage di piazza Fontana”.
Due puntate per ripercorrere una delle pagine più cruente della cronaca italiana e che ancora ci svela qualcosa di inedito. Due puntate su History Channel in prima serata giovedì 24 e venerdì 25 giugno, da non perdere.