Report, la Rai ricorre al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio. Ranucci: “Non sveleremo le nostre fonti”
Per Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, la sentenza del Tar del Lazio è un “attacco senza precedenti”. Arriva poi un acceso botta e risposta con Nobili
Una sentenza “gravissima e incostituzionale” è, secondo Sigfrido Ranucci, quella pronunciata dal Tar del Lazio circa il ricorso presentato dall’avvocato Andrea Mascetti, coinvolto in una puntata di Report dello scorso 26 ottobre, all’interno dell’inchiesta Vassalli, valvassori e valvassini.
Dopo la messa in onda della puntata era stato Il Fatto Quotidiano ad anticipare l’azione legale che Mascetti aveva intrapreso per “per ottenere informazioni e documenti utilizzati per l’inchiesta“. La sentenza del Tribunale Amministrativo, depositata venerdì 18 giugno, accoglie parzialmente il ricorso presentato dall’avvocato, sostenendo che la “delimitazione della documentazione ostensibile […] rende priva di rilievo nel caso concreto la prospettazione difensiva articolata dalla società resistente circa la prevalenza che dovrebbe riconoscersi al segreto giornalistico sulle fonti informative”.
“È un attacco senza precedenti, dovuto alla debolezza delle Istituzioni in generale e alla delegittimazione della politica nei confronti del giornalismo d’inchiesta. Report non svelerà le proprie fonti, non darà gli atti a Mascetti, non lo faremo neppure da morti. Devono venire a prenderli con l’esercito“ tuona Ranucci all’AdnKronos. Il conduttore e vicedirettore di Rai 3 si spinge a chiedere l’intervento del ministro della Giustizia, in qualità di “custode dell’albo di tutti i giornalisti”, per evitare la distinzione fra un “albo dei giornalisti di serie A e uno di serie B con i giornalisti del servizio pubblico”.
Dopo le prime reazioni della politica a sostegno di Report, provenienti da Pd, Movimento 5 Stelle e Sinistra Italiana, nelle scorse ore è arrivato anche l’attacco del deputato di Italia Viva Luciano Nobili, che tramite un tweet ha espresso così la sua posizione:
La libertà di informazione è sacrosanta. Ma che un programma del servizio pubblico neghi dei documenti ai giudici e minacci “mandino l’esercito!” è molto grave. Che Report non rispetti le regole del buon giornalismo lo sapevamo, che non rispetti le sentenze è una brutta novità.
Immediata la replica di Ranucci, raccolta sempre dall’agenzia di stampa AdnKronos:
Io sono figlio di un uomo delle forze dell’ordine. Per me la legge è sopra a tutto. E la legge mi permette di tutelare le fonti. E lo farò fino alla morte. Nobili, piuttosto, deve informarsi meglio. […] Studi la Costituzione e la legge del suo Paese che mostra di non conoscere. Nobili e la libertà di stampa sono un ossimoro.
Intanto la Rai, mediante una nota, ha comunicato di aver dato mandato ai propri legali per impugnare la sentenza del Tar del Lazio presso il Consiglio di Stato:
Rai si attiverà in ogni sede per garantire ai propri giornalisti il pieno esercizio della libertà d’informazione e la tutela delle fonti.