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Fatto da mamma, aka l’assenza

Professioniste dello show-biz si fanno conoscere dal pubblico in veste di mamme ai fornelli: è il succo di Fatto da Mamma, ideato e condotto da Flora Canto

5 Giugno 2021 14:30

L’assenza come chiave narrativa: direi che è questa questa l’essenza di Fatto da Mamma. L’assenza di cosa? Andiamo con ordine.

Direi che la prima puntata di Fatto da mamma ha avuto una sola, vera protagonista: trattasi di Giulia, la figlia 19enne di Maria Grazia Cucinotta. Peccato fosse assente.

Di lei si è parlato mentre la mamma – prima ospite del ciclo di 7 puntate – preparava alcuni dei suoi piatti preferiti accanto alla padrona di casa, rendendo subito evidente come al centro di questo programma non ci siano altro se non i figli, presentati di fatto come unico vero perno nella vita di una donna. Pertanto puoi avere anche un’attrice famosa nel mondo come la Cucinotta, ma qui è inquadrata solo come cuoca pronta a sacrificarsi per la gioia della prole, tanto da affrontare un autentico disgusto per i formaggi pur di accontentare la figlia e prepararle il suo piatto preferito (cacio e pepe, ndr).

Fatto da mamma

 

Sono i figli anche a dettare la presentazione dell’ospite di puntata, con tre aggettivi estrapolati dai social o dichiarati agli autori che poi fungono da ‘guide narrative’: per la figlia, la Cucinotta è una mamma chioccia, pizza e stylist. Inutile dire nel talk si insiste sulla dimensione ‘chioccia’ e su tutta la retorica relativa alla maternità, che invade anche i fornelli: “Faremo ricette semplici proprio per noi pevere mamme che dobbiamo cucinare in fretta e fare cose alla portata di tutti…” dice la Canto. E a proposito della padrona di casa, va detto che la Canto si muove con sicurezza e con disinvoltura sul set: le potenzialità ci sono tutte, anche di adattare registri e chiavi narrative.

Va detto che, per fortuna, la prima ospite riesce (credo inconsapevolmente) a smontare la struttura stereotipata del racconto: all’immancabile domanda su come abbia gestito professione e maternità e quindi su come abbia gestito la distanza dai figli (altra assenza, dunque), la Cucinotta non si lascia risucchiare nel vortice, raccontando come non abbia costretto la figlia piccola a lunghe giornate in un camper solo per una visita di una ventina di minuti in una giornata dagli orari folli. Professione e maternità possono coesistere in parallelo, come Stato e Chiesa. Ma non in Italia. E così si finisce per sentire la precisazione della padrona di casa: se si sta fuori dalle 5 del mattino alle 9 di sera “non è per andare a ballare o a divertirsi”, ma perché gli orari del set sono questi. Un’affermazione ‘normale’, diremmo ‘banale’ se non fosse inconsapevolmente intrisa di quei luoghi comuni e di quell’indotto senso di colpa che ammanta le donne in carriera, le professioniste, ma in generale le mamme, alle quali sembra non sia concesso lasciare i figli per avere una serata tutta per sé. Si torna, dunque, al concept e alla scrittura del programma, così (non volutamente, ne sono certa) intriso di stereotipi su donne, mamme, mogli e lavoratrici da essere una perfetta cartina al tornasole dell’immagine del femminile che resiste alla contemporaneità e perpetrata dalle stesse donne lavoratrici, in carriera, professioniste del 2021. Una rappresentazione immaginiamo non espressamente perseguita e coltivata e che, pertanto, è anche peggiore perché intrinsecamente radicata in un modo di vedersi, di collocarsi nella società, di raccontarsi anche in tv.

Ma torniamo al programma.

Dicevamo che i figli sono protagonisti ma assenti. Assente anche la professione dell’ospite: quasi non importa chi tu sia, come tu sia arrivata al successo, cosa tu abbia fatto per mantenerlo, che tipo di lavoro tu faccia. Il punto è che hai figli a casa da accudire, da coccolare, da curare anche in cucina. Ciò vale anche per la Cucinotta, la cui carriera è evocata solo da un accenno della colonna sonora de Il Postino tra un impasto e un altro.

 

Fatto da mamma

 

Ma in fondo è assente anche la cucina, nel senso che le preparazioni dell’ospite non possono certo dirsi il cuore del programma: se proprio volessi cimentarmi in una cacio e pepe o in una pizza, diciamo che tenderei ad affidarmi a professionisti del settore, di quelli che invadono i palinsesti nei periodi di garanzia, a tutte le ore, anche on demand. Al massimo posso guardare alle ricette della Cucinotta – adattate ai gusti della figlia – con lo stesso coinvolgimento con cui leggo del pollo alla piastra della Canalis su una rivista da ‘hair salon’ o con lo stesso spirito critico con cui analizzo la parmigiana di melenzane della vicina: quel misto di diffidenza, superiorità e distacco che mi autorizza a liquidarla come un tentativo maldestro, a prescindere dall’assaggio.

Assenti i figli, assente la professione, assente la cucina, resta da capire cosa davvero ci sia in questo programma se non una location davvero invidiabile e l’inserimento di prodotti a fini promozionali. Fatto da mamma è un branded content, non c’è dubbio, anche se ‘speravo’ quasi che il suo intento raccogli-sponsor fosse ancora più marcato in modo da trovare una ‘ragione’ a questo tipo di costruzione. Non basta la pizza nel fornetto Ariete per caratterizzarlo in questo senso, mentre il commento di Mech e della nutrizionista raggiunge vette interessanti: tra l’intervento della nutrizionista sulla Cacio e Pepe della Cucinotta e il tappeto musicale sembra quasi di essere di fronte a una parodia di genere. E gli effetti di senso sono notevoli. Più ‘regolare’ lo spazio sulla ‘merenda’: il debutto è a base di pancakes che chiudono una puntata che colleziona così cacio e pepe, pizza con mozzarella e mais e nuvolette fritte con cioccolata e panna. Il carboidrato complesso è servito, per la gioia dello spazio dedicato alla corretta e sana alimentazione dei bambini.

La natura branded è quasi più evidente nella confezione: il programma è prodotto da MeProduction, che ha al suo attivo titoli come Ricette all’Italiana (con Davide Mengacci, su Rete 4) o L’Ingrediente Perfetto (con Roberta Capua e Mech su La7), giusto per restare sui titoli di genere. Spiccano una grafica che definirei fumettistica (cfr funzionamento della piastra a induzione) e l’uso ossessivo-compulsivo della colonna sonora e dei tappeti musicali (Mamma Mia degli Abba per i titoli di testa e di coda, giusto per citare un elemento rilevante).

Ma il problema grosso, a mio avviso, è proprio nell’idea narrativa. Mi è parso un programma di assenze, di mancanze, sotto diversi punti di vista e in diverse accezioni. Mi domando perché non invitare i figli (con o senza genitori) visto che sono il cuore del racconto? Non dico neanche aprire ai genitori, anche se è ormai tempo perché ci si guardi un po’ intorno e coinvolgere nella genitorialità anche i padri (e non ‘i mammi’). Ma immagino che valga sempre il principio per il quale i padri sono dei disastri in cucina…

Certo, non è che la rivoluzione culturale della tv italiana debba ricadere tutta sulle spalle di Fatto da mamma, ma il programma – così concepito – ha delle pecche non indifferenti. E di certo un pessimo tempismo, visto che cade in un momento in cui il tema della rappresentazione di genere è quanto mai caldo e la retorica della maternità sacrificale, totalizzante, auto ed etero-definente è sotto osservazione.

Forse è ora di rinfrescare un po’ il repertorio narrativo, le categorie di riferimento e anche il concetto di famiglia. Certo, siamo su Rai 2 – e magari è un po’ più complicato cambiare prospettiva proprio in questo periodo -, ma spero non manchi molto a un bel branded content aperto anche alle mamme e ai papà LGBTQ+, in cui i figli raccontano pregi e difetti dei genitori in cucina, indipendentemente dal sesso, dal genere, dalle capacità culinarie (anche una mamma frana ai fornelli premiata dalla comunità delle pari sarebbe un bel momento di tv…). E  anche indipendentemente delle professioni: più della carriera vale il principio di notorietà, col risultato che siamo dalle parti dell’”anche le vip cucinano”. Ma si può sempre migliorare e cambiare i punti di vista, sempre che lo si voglia fare. Piano piano, si può solo migliorare.

Fatto da mamma, Rai 2 ‘sul pezzo’ con le vip che cucinano per i figli: anticipazioni prima puntata

Debutta sabato 5 giugno nel daytime di Rai 2 Fatto da mamma, condotto e ideato da Flora Canto e realizzato da Rai Pubblicità. Va detto che sulla carta sembra davvero perfetto per questo periodo, acceso da polemiche infuocate per la (sotto)rappresentazione della donna in tv.

Diciamo che l’estate tv è arrivata, che la stagione regolare è finita, che il Periodo di Garanzia è concluso, che i programmi a striscia sono in ferie e che quindi si cerca di colmare i vuoti con ‘format nuovi’ e con programmi che aiutino anche le casse della Rai. Ecco, quindi, che alle 12.10 del sabato arriva Fatto da mamma. Perché essere mamma è sempre essere mamma…

L’idea è senza dubbio semplice: ogni settimana Flora Canto – attrice, compagna di Enrico Brignano (su Rai 2 nel periodo di garanzia in prime time con Un’ora sola vi vorrei), già mamma di Martina e ora in attesa del secondo figlio dal compagno – ospita una mamma ‘vip’ che cucinerà la ricetta preferita dai propri figli chiacchierando di vita privata e professionale.

Sette settimane di programmazione, sette puntate, sette ospiti vip da conoscere in veste di mamma ai fornelli. La prima ospite è Maria Grazia Cucinotta, che si racconterà preparando i piatti più amati dalla figlia Giulia.

Oltre alla ricetta preferita dalla prole dell’ospite (“che il pubblico così imparerà a conoscere anche nella veste di mamma” come si legge nella presentazione) il programma prevede delle rubriche fisse: una dedicata alla corretta e sana alimentazione dei più piccoli con la partecipazione di Gianluca Mech e della nutrizionista Emma Balsimelli e un’altra dedicata alla merenda con la ricetta della pastry chef Francesca Minnella realizzata direttamente dalla Canto.

Il programma è scritto da Veronica Moccia e Manuela D’Angelo, per la regia di Jonathan Paladini. Io mi auguro che tra le sette mamme vip ci sia anche Elisabetta Canalis con la sua mitica ricetta del pollo alla piastra: se almeno ci fosse una chiave ironico/sarcastica…

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