Domina, Kasia Smutniak: “Cosa c’è di più eroico di una donna che sopravvive nell’antica Roma?”. L’intervista (Video)
L’attrice interprete della protagonista Livia Drusilla ci racconta l’importanza di una serie come questa ai nostri giorni
“Per anni, da quando ho cominciato a fare questo lavoro, sentivo la necessità di raccontare personaggi femminili forti”. Così Kasia Smutniak, protagonista di Domina, la nuova serie tv disponibile su Sky e su Now a partire da domani, venerdì 14 maggio 2021, esordisce nell’intervista che TvBlog le ha fatto pochi giorni fa.
L’attrice, negli otto episodi (disponibili tutti da subito online, mentre in tv andranno in onda due alla volta ogni venerdì su Sky Atlantic) interpreta Livia Drusilla, seconda moglie di Gaio Ottaviano (Matthew McNulty), il primo imperatore romano. Livia è passata alla Storia per la sua capacità di intervenire nella politica di allora tramite il marito, permettendo alle donne di ridefinire le aspirazioni che potevano avere.
Un personaggio così interessante e complesso che sembra strano che la tv se ne sia accorta solo oggi: “Si cercano personaggi interessanti, ma non le donne!”, ci dice Smutniak. “Forse non c’era lo spazio e la curiosità. La necessità sì, ma semplicemente prevaleva una logica differente. Domina è il primo segno che qualcosa sta cambiando. Sono molto contenta che qualcuno come Simon (Burke, creatore della serie tv, ndr) abbia trovato la storia di Livia Drusilla e nella sua complessità l’abbia portata alla luce”.
In Domina spicca anche l’assenza (fatta eccezione per pochissime scene) della violenza fisica, a favore di una violenza più psicologica, legata alle strategie del potere ed alla manipolazione psicologica: “La violenza di solito è intesa solamente come fisica”, ammette la protagonista della serie:
“La trasposizione storica dell’epoca romana nel cinema e nelle serie passava tramite le immagini dei gladiatori, uomini muscolosi, che combattono come eroi. Ma cosa c’è più di eroico della storia di una donna che riesce a sopravvivere in quell’epoca? Era sì un’epoca violenta, ma la violenza non era solo fisica”.
E Domina lo mostra bene: “Non c’erano diritti di libertà”, prosegue Smutniak. “Le donne erano segnate dal destino fin dall’inizio, come oggetti di scambio per sancire legami familiari, oggetti di riproduzione. Quando non riuscivano a diventare madri erano emarginate. Non potevano possedere nulla, in caso di divorzio dovevano abbandonare i figli. Cosa c’è di più violento per un genitore: morire o perdere i figli? Abbiamo conosciuto l’epoca più importante alla base della nostra civiltà solo tramite i gladiatori e le vicende sfarzose degli imperatori. Ma sotto c’è molto di più”.
Una serie che, quindi, oltre a dare un nuovo sguardo su un periodo storico che siamo abituati a conoscere sotto lenti differenti, vuole anche avvicinarsi ai nostri tempi, ricordandoci di non dare per scontate le nostre libertà. “Io sono qua per raccontare non solo un storia, ma anche un percorso delle donne di un’epoca”, aggiunge Kasia Smutniak. “Non stiamo parlando delle conquiste eroiche di una persona: sono più interessata a mostrare le condizioni in cui vivevano le donne duemila anni fa, le conquiste fatte e successivamente cancellate”.
“Viviamo in un’epoca che mette in discussione dei diritti fondamentali”, conclude l’attrice. “Pensiamo di essere al sicuro perché li abbiamo conquistati, ma la Storia ci ha insegnato e ci sta insegnando ancora oggi che assolutamente non è così. Questa serie mi ha fatto molto ragionare sul mio essere donna, e da dove sia cominciato quel modo di pensare per cui le donne sono ‘rosa’ ed i maschi ‘blu’ e che ognuno debba avere il suo posto… Tutto questo nasce nell’epoca che raccontiamo in Domina”.