“La scorsa settimana sono andata a prendere un treno e un poliziotto che doveva controllarmi l’autocertificazione mi ha chiesto se avessi paura della sua divisa”. Lo ha riferito a Otto e mezzo Michela Murgia aprendo un nuovo capitolo in merito alla polemica riguardante la scelta del commissario Figliuolo di girare in divisa. “Mi domando se il linguaggio di guerra sia quello giusto da utilizzare con chi non è militare, cioè con tutto il resto del Paese”, affermò a Di Martedì. Parole che scatenarono furenti polemiche, con la questione che venne cavalcata anche dalla politica.
“La sottosegretaria alla difesa della Lega ha emesso una nota formale nella quale mi indicava alle forze armate come una nemica”, ha raccontato la scrittrice. “Alla domanda del poliziotto ho risposto: ‘fino a dieci secondi fa non ne avevo, ne devo avere?’. Lui mi ha detto: ‘vada vada che è meglio’. E’ una cosa che dovrebbe succedere? Un poliziotto in servizio può fermare una cittadina? Mi ha riconosciuta perché sono stata additata come una persona che aveva offeso tutte le uniformi d’Italia. In quella situazione ero una cittadina comune che cercava di prendere un treno. Il poliziotto doveva controllarmi l’autocertificazione e basta. Se lei non vede la dinamica di intimidazione, io la vedo”.
Un episodio che, a detta della Murgia, sarebbe stato scatenato dagli attacchi social di Matteo Salvini. Tesi che però è stata immediatamente respinta da Alessandro Sallusti. “Così come qualcuno si sente in diritto di insultarla perché Salvini l’ha criticata, c’è tanta gente che insulta Salvini perché leggono i suoi post contro di lui. E’ parte del sistema, se non fosse parte avrebbe ragione. La Murgia è una intellettuale che sta nel ring della politica, mena fendenti a destra e sinistra con altrettanta violenza, seppur con più stile. E’ in quel sistema dove se ne danno e se ne prendono”.
A dire il vero, le contestazioni alla Murgia erano scattate a prescindere dalla prevedibile strumentalizzazione politica, soprattutto nel passaggio in cui nel mirino finiva la presunta mitizzazione dell’idea dell’uomo forte al comando: “Quando vedo un uomo in divisa mi spavento sempre, non mi sento più al sicuro. Non sono sicura che la categoria bellica sia la categoria con cui si può responsabilizzare un paese. Ci spaventa di più”.
Le nuove esternazioni hanno scatenato inevitabilmente ulteriori critiche, a partire da quella severissima di Rita Dalla Chiesa: “Ma quante cavolate continua a dire la Murgia? Ma che problema ha con le divise? Come mi piacerebbe che, se mai avesse bisogno di un 112, 113 o 115, in quel momento preciso le si rompesse il cellulare”.