Dopo la messa in onda sabato scorso della puntata dedicata a Napoli, una serie di accuse e critiche si sono scagliate contro Città Segrete, il programma in onda nelle scorse settimane su Rai 3, condotto da Corrado Augias, che in questa ultima edizione ha accompagnato i telespettatori, a causa delle limitazioni Covid, esclusivamente all’interno di città situate nella nostra penisola.
Perché la puntata conclusiva di due giorni fa ha però fatto così parlare di sé, arrivando a fare intervenire esponenti del mondo politico? Non di certo per gli ascolti (miglior risultato dell’ultima edizione e record assoluto rispetto a tutte le puntate realizzate negli anni, con un dato pari a 2.307.000 mila telespettatori e il 10% di share), bensì per come la città sarebbe stata raccontata.
Le accuse infatti rivolte a Città Segrete hanno come minimo comune denominatore quello di avere trasmesso una rappresentazione stereotipata e non realistica della città, in particolare soffermandosi in maniera complessiva eccessivamente sugli aspetti che riguardano la criminalità e il malaffare. Carla Ruocco, esponente nazionale del Movimento Cinque Stelle, ad esempio con un tweet ha così sintetizzato la propria posizione:
Prendiamo coscienza del fatto che per Corrado Augias la famiglia Cutolo è più importante di personaggi come Federico De Roberto, Riccardo Muti, Luciano De Crescenzo e molti altri ancora… Questa è la cultura e l’informazione dei nostri anni.
Altre voci che si sono unite al coro di critiche sono quella dell’assessore Alessandra Clemente (attualmente anche in corsa come candidata sindaco per la città di Napoli), che ha promesso tramite un post Facebook, in cui esprimeva delusione per quanto visto, il proprio impegno con un lapidario “mi farò sentire”, e quella del senatore di Forza Italia Domenico De Siano, che invoca l’intervento della Commissione di Vigilanza Rai, ritenendo “approssimativa, inadeguata e offensiva” la rappresentazione della città offerta da Corrado Augias.
Il giornalista, intervistato oggi su Il Mattino, ha spiegato la sua scelta nel modo di raccontare Napoli, rivendicando lo spazio dedicato a Raffaele Cutolo e a Maradona, accostato nella puntata al boss Giuliano:
In mezzo a tante bellezze credo che fosse giusto raccontare anche una pagina di Napoli come quella di Cutolo che per anni è stato il padrone di una parte della città. Tutti questi strali polemici sono frutti di un provincialismo un po’ meschino.
Per Augias c’è solo un pentimento: non aver racconto Totò. Per il resto è pronto ad andare domani stesso in Vigilanza.