Cosa è successo nella finale di MasterChef Italia 10? Che hanno vinto tutti, davvero e senza retorica.
Ha vinto Francesco Aquila, protagonista di uno dei migliori archi narrativi che un reality/talent abbia mai saputo raccontare, insieme a quelli dei suoi co-finalisti, da Irene, pronta a fare della sua vita un’opera d’arte in cucina, ad Antonio, che ha dovuto cambiare punto di vista anche su se stesso, passando per Monir, forse poco adatto alla vita di brigata stellata, ma capace di stupire i giudici stellati. Giudici sempre più moschettieri, sempre più osmotici e capaci di ‘rompere’ la quarta parete per coivolgere il pubblico a casa.
Ma veniamo alla doppia puntata finale, un piccolo capolavoro di qualità e di classe con uno Skill Test stellato di gran raffinatezza.
Questa volta i concorrenti entrano in MasterClass e trovano delle clip dei giudici che raccontano cosa sia per loro la cucina, come abbiano capito di voler fare quel mestiere, a cosa si rinuncia per la passione, come la famiglia, cosa ci vuole per vincere MasterChef (“Curiosità, curiosità, curiosità” dice Cannavacciuolo).
I 4 finalisti devono conquistare la casacca col proprio nome, ciò che rende una persona normale in un supereroe, un cuoco. E la trovano sotto una cloche. Ma bisogna prima superare gli step dello Skill Test: uno sarà eliminato.
Primo Step: i giudici hanno creato un piatto a sei mani che cucinano alternandosi alla postazione. “Un piatto che rappresenta la nostra unità, la nostra amicizia, perché noi siamo amici oltre che colleghi” dicono i tre; e la loro unione, la loro capacità di capirsi al volo si sente, anche in questa finale che non spinge sull’acceleratore della tensione ma del piacere. E’ la cifra di tutta l’edizione. In un anno teso come questo non c’è bisogno di tensione forzata: anche questo vuol dire leggere il contesto e adeguarsi alla pandemia. Masterchef l’ha fatto: la tensione viene dalla gara, dalla passione, non da altro.
Ma torniamo proprio alla gara. I concorrenti dovranno replicare il piatto e star dietro agli chef senza perdere nessun passaggio. La replica migliore va in balconata con la sua casacca. Irene è la prima a passare: la sua gioia fa commuovere. E anche l’espressione dei rivali, che in fondo restano compagni, mai avversari. Che bella questa classe, senza veleni, ma con tanta voglia di fare.
Secondo Step con i fratelli Cerea: i concorrenti devono replicare al volo una loro ricetta. Che bello anche questo skill test a specchio che a un certo punto si trasforma e diventa ‘al buio’: si alza un muro che divide i concorrenti da Chicco Cerea. Una chicca. E il secondo a passare è Aquila.
Terzo step: uno tra Antonio e Monir dovrà lasciare la finale. Devono replicare un piatto di Mauro Colagreco, 3 stelle Michelin: lo chef ne assegna uno diverso a ciascuno. Che magnifico Skill Test. Alla fine passa Antonio. Monir lascia a un passo dalla finalissima.
Irene, Antonio e Aquila arrivano in finale. E’ impressionante la trasformazione di tutti, ma di Aquila in particolare: è entrato come un personaggione, ma ha progressivamente lasciato andare un pezzo alla volta la sua armatura per mostrare tutta la sua passione, dedizione; dagli occhiali fumè è passato allo sguardo limpido ed entusiasta. Irene è sbocciata, svelando la sua determinazione senza mai perdere la sua innocenza: una Cenerentola dallo sguardo che in cucina diventa un laser. E poi c’è Antonio, anche lui cambiato: entrato con tutta l’arroganza del primo della classe, ha capito di avere pane per i suoi denti e ha cambiato atteggiamento, capendo che c’era solo da imparare, da tutti. E anche questo è segno di crescita. Ognuno si è spogliato di corazze e insicurezze per poter indossare la casacca da chef. Una perfetta evoluzione narrativa.
Con i loro menu hanno saputo raccontare la loro trasformazione, la loro crescita e la loro voglia di imparare ancora. Una delle cose più belle di questa edizione è la complicità tra i concorrenti: alla consegna del secondo piatto, i tre si fanno i complimenti, sinceri, per l’impiattamento. Una roba rara.
“Se avessero fatto un piatto così alla prima puntata, io li avrei chiamati subito a Villa Crespi: il livello è molto alto” dice Cannavacciuolo.
I menu sono delle dichiarazioni di intenti.
Aquila porta “My Way” con l’Antipasto Tavola pronta (funghi cardoncelli, stracciatella, borragine, pane, peperone crusco, origano e sfera di gazpacho pugliese), primo La Nina, la Pinta e la Santa Maria (gyoza con ventresca di tonno, ‘nduja e finocchietto, con crema di patata viola, aglio nero e cime di rapa); il secondo Finestra sul sogno n’capriata di Wagyu (filetto di Wagyu in consistenze diverse, con fave alla vaniglia, cicoria, puntarelle, porro bruciato, germogli e fiori) e come dessert “Scarcedda n’uovo”, una scarcedda – dolce pugliese tipico del periodo di Pasqua – al cocco con finto uovo di Malibù e frutti esotici.
Irene porta un Menù fuori di testa, ovvero “una introspezione nella mia mente folle, colorata, poliedrica, piena di tante Irene che mi rendono quello che sono. Ho riscoperto la passione dentro di me, imparando ad accettarla, e ho iniziato a sperimentare una cucina istintiva senza limiti, senza canoni, facendo sbocciare appieno la mia creatività”. Presenta ai giudici un menu di quattro portate senza suddivisione classica tra antipasto, primo, secondo e dolce. Porta Cosce di pecora (ricotta romana fritta con “osso” di nocciole e coulis di clementine e mentuccia), Crudo 100% (acqua di frutti di bosco con banana, funghi, sfere di latte di cocco, dattero, massa di cacao Criollo, olio di legno di ribes nero e sale grigio Bretone); Tripudio (cipolla al vino rosso, za’atar e cedro candito con sfoglie all’anice e cicoria ripassata); Pampapato (ravioli ripieni di frutta secca, miele e uva passa, con crema di baccalà e aria all’arancia). “E’ l’ultimo piatto che cucino qui. Mi metto a piangere perché so che voglio fare questo. E voglio stare bene: come sono stata bene qui col senno di poi non mi è capitato spesso nella vita”, dice Irene, 21 anni di creatività e tecnica, al termine della sua ultima preparazione.
Antonio propone “Il viaggio dentro di me”. Antipasto “My dark side” (finta seppia nera con salsa dark e di piselli); Prima portata “La domenica in Irpinia di un novarese” (un risotto mantecato all’Axridda con sugo di agnello, gelatina di melagrana, battuta di agnello, aneto e fiori di borragine); Secondo piatto “Dedicato al piccioncino di Nonna Emma” (petto e coscetta fritta di piccione con crema di patate alla salsa olandese, verdure spadellate e tartufo); Dessert “La mia torta co’ bischeri” (mousse al cioccolato fondente con uvetta e arancia candita, gelato salato ai pinoli, brigidini, tortino morbido di crema inglese e croccante di isomalto.
Tre finalisti, tre vincitori. Ma come abbiamo detto anche al termine della prima puntata, hanno vinto i tre giudici, ha vinto la produzione che si è trovata a lavorare in piena pandemia facendo dimenticare a tutti la pandemia, ha vinto il casting che ha puntato sulle persone e non sui personaggi, ha vinto la scrittura, con prove che riescono a essere ogni puntata più raffinate e sorprendenti e con un racconto dei protagonisti che ha avuto come filo conduttore sempre e solo la cucina, e hanno vinto montaggio e regia, capaci di portarci nella fatica, nell’emozione, nelle idee dei protagonisti. ù
E non vediamo l’ora di vedere la prossima stagione.
MasterChef Italia 10, la finale: anticipazioni
MasterChef Italia 10 incorona il suo vincitore questa sera, giovedì 4 marzo, con la doppia puntata finale in onda dalle 21.15 su Sky Uno e NOW Tv. Una puntata che si scontra con la Serata Duetti e Cover di Sanremo 2021, la terza. Ma tanto mentre a MasterChef staranno proclamando il vincitore (intorno alle 24.45) a Sanremo staranno sì e no alla 13esima esibizione su 26. Se va bene.
C’è tutto il tempo, quindi, per seguire il doppio atto finale di questa edizione 2020-2021, una edizione in pandemia che ha saputo conquistare, raccontare, emozionare, divertire. In finale sono arrivati Antonio, Aquila, Irene e Monir. Ma vanno affrontati i momenti davvero decisivi che li separano dai 100.000 euro in gettoni d’oro e la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette, con Baldini&Castoldi.
Momento decisivo anche per i tre giudici, Giorgio Locatelli, Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri, cui spetterà la scelta finale, che arriverà solo dopo una serie densa di prove. Mai come quest’anno, però, si può dire che hanno vinto davvero tutti, l’intera MasterClass, la produzione e i giudici.
Si parte con uno Skill Test diviso in tre step ognuno dei quali prevede una possibilità di salvezza e la conquista della casacca con il proprio nome per accedere alla finalissima.
Per la battaglia finale arrivano in studio chef Chicco Cerea, tre stelle Michelin con il ristorante “da Vittorio” a Brusaporto (Bergamo), e Mauro Colagreco, chef numero uno al mondo nella classifica “50 Best Restaurants”, tre stelle Michelin con il suo “Mirazur” a Menton. Saranno solo due a presentare il proprio menù ai tre giudici. Uno solo sarà consacrato vincitore della decima edizione di MasterChef Italia.
MasterChef Italia 10, il format
MasterChefItalia è prodotto da EndemolShine Italy per Sky ed è scritto da Paola Papa e da Emiliano Eredia, Sonia Soldera, Ilaria Barosi, Alessandra Tomaselli, e con Luca Colocucci, Silvia Bizzotto, Francesca Valenti, Francesca Mazzantini, Anna Ferrajoli, Francesco Stefanucci, Maria Chiara Salvi, con la consulenza di Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo, Giorgio Locatelli. Direttore della fotografia Flavio Toffoli, scenografie Francesco Mari, con la regia di Umberto Spinazzola. MasterChef è basato su un format creato da FrancRoddam in associazione con Ziji Productions, distribuito da Banijay Group.
Come seguirlo in diretta e in live streaming
La decima edizione di MasterChef Italia è andata in onda ogni giovedì dal 17 dicembre 2020 alle 21.15 su Sky Uno (canale 108, DTT 455) ed è disponibile on demand su Sky Go e in streaming su NOW TV.
MasterChef Italia 2020, second screen
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