Eurovision Song Contest 2021: la Rai (ri)vuole Diodato, EBU dice no
La Rai ha chiesto all’Eurovision Song Contest di poter far partecipare Diodato all’edizione 2021, nonostante non partecipi a Sanremo 2021.
La Rai ha chiesto alla direzione artistica dell’Eurovision Song Contest 2021 di poter ripresentare in gara il vincitore di Sanremo 2020, Diodato: la risposta per ora è no. Lo ha raccontato il vicedirettore di Rai 1, nonché capostruttura del Festival di Sanremo, Claudio Fàsulo in conferenza stampa. Il tentativo della Rai semrerebbe in fondo semplice da spiegare, e ci proviamo. Vista la grande eco mediatica della suggestiva esibizione di Diodato in un’Arena di Verona deserta – simbolo di un’Italia in lockdown, primo paese europeo a essere investito dallo tsunami Coronavirus – nell’edizione speciale e non competitiva dell’ESC 2020 (Europe shine a light) l’azienda sperava di poter capitalizzare il ‘vantaggio’ ottenuto ora che si torna alla gara.
Difficile dimenticare, infatti, quel video realizzato da Diodato nell’Arena di Verona (di cui avemmo il piacere di parlare anche con il regista, Fabrizio Guttuso Alaimo): la clip fece il giro del Continente, raccogliendo lodi e complimenti anche dall’organizzazione dell’Eurovision Song Contest. Tra l’altro la canzone di Diodato fu l’unica, o quasi, a essere trasmessa integralmente in tv, a differenza delle altre di cui fu mostrato solo un estratto.
Non stupisce, quindi, che la prima risposta della direzione artistica di Eurovision Song Contest sia stata “picche”, come detto dallo stesso Fasulo. Il vantaggio sembrerebbe essere fin troppo marcato. Non si capisce, però, se la questione riguardi l’eventuale partecipazione di Diodato in quanto tale nell’anno in cui non partecipa a Sanremo o se la Rai abbia anche chiesto di partecipare col brano presentato lo scorso anno. Parto dal secondo caso: a occhio, nessun altro Paese parteciperà con la stessa canzone del 2020. Non mancano i Paesi che hanno scelto di puntare sullo stesso artista: si vedano la Gran Bretagna con James Newman riselezionato da BBC, Senhit riconfermata da San Marino RTV o gli Hooverphonic che tornano a rappresentare il Belgio anche quest’anno; tutti però portano una canzone diversa. La Russia, che sembrava fosse destinata a riproporre in gara Little Big, ha invece deciso di affidarsi a un concorso ad hoc per la prima volta (chissà se ispirato da Ciao 2020!).
Fasulo però sembrerebbe far riferimento anche alle modalità stesse di partecipazione dell’Italia all’ESC: in quanto membro fondatore dell’EBU – European Broadcasting Union è ammessa direttamente alla Finale (senza passare per le semifinali) e lega il suo rappresentante alla vittoria/partecipazione di Sanremo e non a una selezione ‘arbitraria’ da parte della Tv pubblica, come accade altrove. Non sono certo 5 i paesi che organizzano Festival ad hoc e del resto Sanremo non nasce per selezionare il partecipante di Eurovision.
In ogni caso, sia che la Rai abbia chiesto Diodato ‘sganciandolo’ dal meccanismo del vincitore di Sanremo, sia che abbia chiesto di partecipare con Diodato e per di più con la stessa canzone, EBU ha detto no. Finora. Ma Fasulo sembra deciso a insistere. Rai 1, quindi, vorrebbe decidere d’ufficio e non attraverso il ‘meccanismo regolamentare’ (che potrebbe essere letta anche come una forma ‘di scortesia’ verso i partecipanti di Sanremo 2021, va detto). L’EBU non ci sta.
Delle due l’una: o la Rai ha voglia di vincere e di portare l’ESC in Italia (dopo quello del 1991 e con tutto quello che ne consegue economicamente e produttivamente) o, al contrario, pensa che la ‘forzatura’ possa provocare un ‘effetto antipatia’ utile a ‘evitare la vittoria’. Ovviamente siamo nel campo del ‘FantaESC’ e della pura supposizione: vedremo cosa dirà la Rai alla fine del Festival. Comunque vada, la Rai deve realizzare un live-on-tape in tempi brevi (che garantisce così la partecipazione del Paese, qualunque sia lo scenario scelto per Eurovision Song Contest 2021): in ogni caso non potrebbe utilizzare il video all’Arena di Verona, visto che i live on tape devono seguire strette regole per evitare disequilibri tra le nazioni partecipanti. Basterebbe questo principio di fondo per motivare la scelta della direzione artistica di ESC.